Nei giardini delle ville del Nord - Italia fanno bella mostra di sé ulivi provenienti dal Sud - Italia o addirittura da altri Paesi. Piante secolari esposte come trofei che la legislazione non è riuscita a tutelare. Se non siete mai stati in Puglia o in Calabria, non potete dire di sapere che cosa sono un ulivo e un uliveto. Intere zone, per chilometri e chilometri tutto intorno pieno di ulivi, non di piantine ma di piante imponenti e meravigliose nella loro forma contorta (un esempio: Bitonto). Orbene l’ultima moda che ha preso piede al Nord, in fatto di arredamento di giardini o di spazi pubblici, è quello di piantumare ulivi, possibilmente antichi o secolari sradicati dalle località del sud - Italia, anche se sanno che nel giro di pochi inverni rischierà di trasformarsi in un mucchio di legna da ardere. In Italia la regione più a rischio è la Puglia con i suoi cinque milioni di piante secolari (su un totale di ca. quindici milioni di piante) che, per molti olivicoltori che li hanno in proprietà, rappresentano più spesso dei vincoli (leggi, regolamenti…), piuttosto che fonti di reddito. Alberi un tempo considerati sacri, sono diventati costosi ornamenti, perché la raccolta delle olive che producono non è su di loro meccanizzabile. Se poi sono gli stessi pugliesi a farsi del male estirpando esemplari storici per farne un commercio di lusso, l’aspetto diventa ancor più preoccupante. Commenta Fulco Pratesi, presidente del Wwf-Italia: «L'ulivo nel giardino del Nord è diventato una stupida mania, una moda sciocca per ricchi, come il pitone o il ghepardo in casa. Quella pianta non sopporta le temperature inferiori ai dieci gradi e quindi è frequentemente destinata a soccombere per le gelate dopo aver procurato un danno inestimabile alla natura e ai panorami più antichi d'Italia. Chi vuole adornare un giardino al Nord compri piuttosto gli alberi locali: tassi, aceri per esempio. Sono ugualmente bellissimi e sono legati al luogo».
Le piante estranee provenienti da ambienti lontani e molto diversi da quello in cui sono inserite non sono adattate all’ambiente perciò sono più soggette alle malattie e alle avversità climatiche, anche se possono mantenersi per periodi abbastanza lunghi, perché viene alterata la biodiversità infraspecifica.
Era comune convinzione che questa pratica appartenesse solo ai privati, invece anche amministrazioni pubbliche, magari di stampo ambientalista, incorrono in queste disattenzioni. Da vedere una recente piantumazione di un bellissimo esemplare di ulivo (vedi foto) proprio nel bel mezzo di una grande rotatoria vicino al nuovo ospedale di Bergamo, (da dove sarà stato sradicato?). Nell’hinterland Bergamasco abbiamo, al contrario, esempi di attenzione per le nuove piante oltre che valorizzare un vecchio albero scomparso dalle nostre campagne.

     
Strada delle valli    Rotonda di Verdello   Rotonda di Verdello

 


 

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