Palma il Vecchio (Negretti Jacopo)   -  Jacopo Negretti, pittore Italiano, detto Palma il vecchio, per distinguerlo da Jacopo Palma il Giovane, un suo pronipote attivo tra la fine del sedicesimo e il principio del diciassettesimo secolo, nacque a Serina in provincia di Bergamo, nel 1480 ca. e morì a Venezia nel 1528. È probabile che sia giunto a Venezia molto prima del 1510, anno in cui compare come testimone in un atto notarile. Il suo impatto a Venezia non deve essere stato dei più semplici, considerato che lui, originario di Serina, era abituato a un’evoluzione della cultura figurativa molto più lenta e quindi più facilmente assimilabile.  Una volta a Venezia Jacopo deve aver trascorso un’iniziale fase di ambientamento durata quasi dieci anni. Nella fase iniziale della sua carriera Jacopo assorbe ogni stimolo esterno e lo rielabora in un linguaggio personale e autonomo. Pittore affermatissimo all'epoca, lo testimoniano sostanzialmente due dati: una Madonna conservata a Berlino (il che fa presupporre che la sua arte fosse più che conosciuta) ed il Vasari lo munifica di complimenti arrivando a dire che Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti non avrebbero altrimenti operato. Amico e concorrente del veneziano Lorenzo Lotto cerca la compiacenza di mecenati danarosi che gli possano permettere di guadagnare e produrre una gran quantità di dipinti che molti verosimilmente non gli sono stati attribuiti. La sua maniera di dipingere la apprende da Andrea Previtali (bergamasco come lui) e Giovanni Bellini prima e da Giorgione poi, frequenta Tiziano, che s’innamora di sua figlia Violante, e lavora assiduamente per le committenze che non mancano mai. La sua arte è incentrata su soggetti mitologici, soggetti sacri e ritrattistica. All'epoca giovanile apparterrebbero i dipinti di soggetto mitologico (Concerto campestre, Ardencraig, Scozia; Venere e Cupido, Cambridge), per poi rivolgersi al soggetto sacro, sia con le pale d'altare, sia con le più famose Sacre Conversazioni. Le Sacre Conversazioni sono per lo più commesse da privati od enti religiosi, e quest’appare evidente nelle opere stesse, quando la richiesta perviene da qualche priore o vescovo, il Palma dipinge in maniera più prettamente veneziana, con un tipico fondale belliniano e la preminenza marcata della sacra famiglia, mentre alla committenza privata l’artista regala l'ascesa alla divinità, l'intimità al divino, con linearità di contorni e verismo più vicini al Lotto. Tra i suoi dipinti maggiori ci sono diversi ritratti, per lo più femminili, le Tre sorelle e la stupenda S. Barnaba di S. Maria Formosa a Venezia. Al Museo di Capodimonte (Napoli) è conservata una Sacra Conversazione che non solo avvicina i piani tra la Sacra Famiglia e il committente, ma tutti i personaggi, tranne la Vergine richiamano gli spettatori a guardare chi l'opera l'aveva commissionata, con beneficenza del Bambino Gesù. I personaggi, che si dispongono in primo piano, in senso orizzontale danno la sensazione che vi sia fra loro una serena conversazione. L'Assunzione della Vergine che si trova alle Gallerie dell'Accademia di Venezia è un'opera mirabile per la pacatezza di tutti i personaggi e l'atmosfera è bagnata da una luce dorata ravvivata dall'intenso rosso degli abiti di alcuni personaggi, ripreso qualche anno dopo da Tiziano con un altro intento e tutt'altro movimento.

 

 

   
Fanciulla in blu Fanciulla di profilo  Fanciulla in verde
         
   
Sacra famiglia con S. G.
Battista e S. Caterina-1527
  Giacobbe e Rachele
(olio su tela 1520-1525)
   Le tre sorelle – 1520 –
(Dresda Gemaldegalerie)

 

Dalmine, novembre 2009