Vittorio Manini - 40 anni dalla morte.  Manini nasce il 9 luglio del 1888 a S. Omobono in Valle Imagna (BG).  Sua madre, rimasta vedova con molti figli nel 1902, credette nelle sue qualità artistiche mostrate sin da bambino, lo incoraggiò  e lo iscrisse ai corsi di pittura presso l’Accademia Carrara di Bergamo allora diretta da Ponziano Loverini (1845-1929). Loverini fu senza dubbio per lui un maestro di arte e di vita e Manini a sua volta fu tra coloro che erano più affezionati del Professore.

Durante il periodo accademico (1902-1910) ricevette diversi premi per il merito - a quel tempo erano chiamati "menzioni d'onore" - per il corso di prospettiva del 1904, per il corso di anatomia e quello di gesso. Altre menzioni gli vennero assegnate nel 1906 per il corso di statue e di nudo, nel 1907 per il corso di colorazione, e molte medaglie di bronzo fino al 1910, quando concluse i corsi.  Terminati gli studi accademici è chiamato ad assolvere gli obblighi militari di leva a Roma, dove rimane per oltre un anno. Ebbe così modo di visitare numerosi musei capitolini e la grande Esposizione  Internazionale organizzata dallo stato italiano in occasione del cinquantenario  dell’unità d’Italia. Per il giovane artista, proveniente dalla provincia, tutto questo deve essere stato un’autentica rivelazione, soprattutto il clima, vitale e dinamico, della cultura artistica con la sua mescolanza internazionale e soprattutto la presenza di artisti provenienti da ogni parte d’Europa. Nel novembre del 1914, grazie alla borsa di studio dell’arciconfraternita dei bergamaschi di Roma, concepito per consentire agli allievi più meritevoli un soggiorno di sei mesi a Roma, frequenta un corso specialistico di disegno presso la Scuola Inglese del Nudo.  Il soggiorno a Roma viene bruscamente interrotto nel maggio del 1915, causa l’entrata in guerra dell’Italia. Manini deve abbandonare Roma per destinazione Papariano (Udine)  presso la terza sezione aerostatica della Terza Armata. Nei lunghi anni di guerra e sino al congedo (aprile 1919) non trascura di esercitarsi continuamente nel disegno, spunti e situazioni interessanti non mancano, anche il retro delle cartoline spedite ad amici e parenti concorrono a comporre un ricco mosaico di ciò che fu la grande guerra vista dal fronte con gli occhi acuti di un giovane pittore. Congedato nel 1919, si trasferì a Milano nello studio che era stato di Angelo Morbelli. Per ragioni poco chiare, forse per la difficoltà di inserimento, l’esperienza milanese dura molto poco, solo pochi mesi. Conclusa l’esperienza milanese ritorna a S. Omobono Imagna. Nel 1936 si trasferì a Bergamo e prende casa vicino all’accademia Carrara con la moglie e i quattro figli. Segue una fase intensa e attiva che lo vede presente a tutte le principali esposizioni tra Milano e Bergamo. Alla lunga ed intensa attività espositiva e pittura da cavalletto alternò interventi come decoratore e affrescatore in diverse chiese della provincia coadiuvato talora dal figlio Agostino, promettente pittore.  Morì a Bergamo il 20 marzo 1974 all’età di 86 anni nella sua casa di via Pitentino.

 

   
Autoritratto, Roma1914   La figlia Pina, 1945   Lezione del prof . Loverini, 1910
         
   
Pero fiorito, 1913   Ciclamini, 1946   S.Agostino - chiesa di Gerosa, 1945

 


Dalmine, febbraio 2014 - giovanni facoetti  -  www.facoetti.com
Documentazione fornita da fratus roberto
Bibliografia:   - Vittorio Manini “il colore dei giorni” Circolo artistico bergamasco.
                    - Vittorio Manini “Opere scelte”  Grassobbio Palazzo Belli.