La Chiesa Parrocchiale di S. Giuseppe - Dalmine Centro

SchemaChiesaDalmine Negli anni venti sotto la guida di don Giuseppe Rocchi, primo parroco di Dalmine, gli abitanti si sono proposti di costruire una chiesa adeguata allo sviluppo in atto. Naturalmente la società della Dalmine SpA è stata coinvolta nel progetto e nel 1928 il presidente Mario Garbagni diede inizio alla costruzione della chiesa attuale. Domenica 22 luglio 1928, alle ore 17.00 la cerimonia della posa della prima pietra della nuova chiesa che sorgerà di fronte allo stabilimento. Sono intervenute autorità di Bergamo, S.E. Mons Vescovo e autorità locali. Notata la presenza del Conte Ing. Franco Ratti, nipote di Pio XI. Per la circostanza era stato preparato un palco, dove su un tavolo era stato posto il modello in gesso dell’erigenda chiesa. Sulla pergamena, che sarà introdotta nella prima pietra apposero le loro firma, dopo il Vescovo, tutte le autorità presenti. Chiusa in un astuccio di zinco la pergamena fu sigillata nella pietra, e dopo la benedizione del Vescovo, la stessa fu calata nello scavo, dove sarebbe sorto il muro divisorio tra il presbiterio e la sacrestia posta a destra dell’altare maggiore. Sulla pergamena, sta scritto che la chiesa è stata donata dalla famiglia degli stabilimenti di Dalmine, promotore il presidente della società Mario Garbagni, su progetto dell’Architetto Giovanni Greppi. Madrina: Antoniettaa07chiesafinita Garbagni Radaelli. La costruzione fu portata a termine in tre anni, dall’impresa F.lli Ferretti, e donata dalla S.A. Dalmine alla diocesi di Bergamo insieme con la casa parrocchiale. Contemporaneamente alla costruzione della nuova chiesa procedeva silenziosamente il lavoro per la confezione delle tovaglie per gli altari e della biancheria per le funzioni liturgiche. Un comitato di donne, presieduto dalla Sig.ra Zerbato, portò a termine il lavoro dotando la nuova chiesa di un ricco corredo di cui ancora oggi si fa sfoggio specie nelle feste solenni. Mentre la costruzione si avviava alla fine, il 14 aprile 1930 si celebrava il rito della benedizione delle campane.  Il rito venne celebrato da S.E. Mons. Flaminio Belotti, Vicario Apostolico nell’Honan in Cina, in una giornata piovosa ma piena di gente. Le campane erano otto, in do naturale, fuse dalla Ditta Bianchi di Varese. Non sono state montate su un campanile ma sulla parte culminante della facciata della nuova chiesa e in collegamento con l’orologio avrebbero dovuto servire per il suono delle ore intramezzato da una sonatina tipica dei carillons del Nord Europa. Le campane furono dedicate a: S. Giuseppe, S. Teresa del B.G., S. Antonio Abate, S. Camillo de Lellis, S. Ambrogio, S. Rita, S. Giuda Taddeo e S. Tomaso d’Aquino. Padrini furono il presidente della Società Stabilimenti e notabili vari. Il 18 marzo 1931 la nuova chiesa di Dalmine fu eretta in parrocchia autonoma dal vescovo S.E. Mons. Luigi Maria Marelli,(decreto 18 marzo 1931) e il giorno seguente, solennità di San Giuseppe (19 marzo), il vescovo Luigi Calza-Bini, vicario apostolico in Cina delle missioni estere di Parma, consacrò la nuova chiesa dedicandola a San Giuseppe.

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 Caratteristiche principali: la chiesa è lunga m 40 e larga m 18, è sormontata da una cupola sotto la quale s’innalza l’altare maggiore in marmo giallo Tirolo, nero Belgio, verde Alpi, onice Piemonte e raffinato verzulo, con ai lati due angeli, opera di G. Manzoni. Ai lati della chiesa quattro altari minori sono dedicati a: S. Giuseppe (A. Carpi), S. Luigi Gonzaga (F. Arati), S. Antonio da Padova (M. Ornati), Madonna del S. Rosario (G. Monti). A sinistra un grandioso battistero con vasca battesimale in marmo cipollino Versilia e onice orientale. Ai lati dell’altar maggiore ci sono sei bassorilievi in rame sbalzato opera dello scultore L. Brianzi che rappresentano: Lo sposalizio di Giuseppe e Maria, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto, la sacra famiglia, la morte di S. Giuseppe, la Gloria di S. Giuseppe. Sulla volta della cupola è dipinta una teoria completa di angeli cherubini, nell’arco trionfale la gloria di S. Giuseppe e nei quattro lati gli Evangelisti. Sulla parete frontale è dipinta l’annunciazione a Maria e, nella volta della navata, i sei profeti maggiori, affreschi del pittore Vanni Rossi di Ponte S. Pietro. I pulpiti poligonali, mistilinei, hanno specchiature in arabesco rosa. Dei fratelli Manzoni, intagliatori, è tutto l’arredamento di legno con buoni intarsi. L’organo è della ditta Tamburini di Crema, completamente rifatto nel 1985 dalla ditta Piccinelli.
L’esterno della chiesa è cinto da uno zoccolo in ceppo di Brembate; l’ingresso è protetto da un ampio portico con colonne monolitiche in grigio venato di Abbazia, sotto il quale sono state murate due lapidi a ricordo dei caduti del bombardamento del 6 luglio 1944. Le quattro statue, (S. Tommaso d’Aquino, S. Rita da Cascia, S. Giuda Taddeo, S. Antonio di Padova) di Giuseppe Siccardi, posti agli angoli del sagrato sono in pietra arenaria. Un concerto di campane è posto sul piccolo campanile a vela sulla facciata della Chiesa.
Tutto ciò lo volle il Presidente della Dalmine S.p.A. Ing. Mario Garbagni, affidando all’amico arch. Greppi la progettazione; purtroppo egli non ebbe la gioia dell’inaugurazione per morte prematura.
 

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Modello in gesso   Presentazione plastico   Posa della prima pietra
         
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Copia della pergamena .   Chiesa in costruzione
  Benedizione campane
         
   
Chiesa di S. Giuseppe finita.   Interno della chiesa s   Don G. Rocchi

Don Giuseppe Rocchi, nato a Bonate Sotto nel 1888, viene ordinato sacerdote nell'Ottobre del 1912 dal Vescovo Mons. Giacomo Radini Tedeschi. Nel 1915 veniva di nuovo richiamato alle armi come tenente cappellano e assegnato al 35 Reggimento Fanteria, fece anche un periodo di prigionia. Viene a Dalmine nel 1922 in qualità di Vicario parrocchiale. Dalmine era già un centro industriale di grande importanza. Il sacerdote non aveva niente di indispensabile per la vita spirituale. Pazientemente fece sentire questa necessità a chi lo poteva aiutare, e trovò nei dirigenti dello Stabilimento comprensione e favore per la costruzione della nuova chiesa. Nel 1931 si istituisce la parrocchia e viene nominato primo Parroco della nuova chiesa inaugurata il 19-3-1931. Si spense (1941) all'età di 53 anni e fu sepolto nel cimitero di Sforzatica da lui scelto.

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S.Antonio da Padova
S.Giuda Taddeo
 
S.Rita da Cascia
S.Tommaso d'Aquino
 
sculture in legno raffiguranti
la maternità
         
All'esterno della Chiesa quattro statue dello scultore Giuseppe Siccardi (nato ad Albino nel 1883 e morto nel 1956 - fu un grande che visse quasi sconosciuto) in ceppo gentile di Brembate, sono rappresentati: S. Antonio da Padova, S. Giuda Taddeo, S. Rita da Cascia e S. Tommaso D'aquino.
A destra sculture in legno di Giovanni Manzoni raffiguranti la maternità.
 
   

Le pale interne degli altari minori sono dei validi pannelli del tempo: un S. Giuseppe con Gesù Bambino di Aldo Carpi; la Madonna del rosario di Cesare Monti;  S. Luigi Gonzaga di Francesco Arata e S. Antonio da Padova di Mario Ornati. A destra vetrate della chiesa.


 

 

   

cronaca cerimonia

manifesto comune

 attesa inizio cerimonia

         
   

attesa inizio

inizio cerimonia fine cerimonia

 


Dalmine, genn 2009  - fac/- www.facoetti.com
Foto: archivio privato sig. Fratus