L’autonomia dalla parrocchia matrice di Sforzatica S. Andrea a Dalmine si sentì come una necessità dal giorno della benedizione della prima pietra dello stabilimento, 2 aprile 1908. Era il primo passo che Dalmine muoveva verso il suo grandioso sviluppo. Le superiori gerarchie eclesistiche davano disposizioni per provvedere all’assistenza spirituale di coloro che o stabilmente o per ragioni di lavoro convenivano a Dalmine. Nel 1910 il sac. don G. Torri fu incaricato della celebrazione della messa festiva nell’oratorio di S. Giorgio. Il 17 dicembre dello stesso anno vennero tracciati, con decreto vescovile, i confini di Dalmine con Sforzatica S. Andrea, Mariano al Brembo e Sabbio. Segno che il Vescovo di allora, Mons. Giacomo Radini Tedeschi, aveva già in animo di concedere una certa autonomia alla frazione. I documenti esistenti negli archivi della Curia ne sono una prova. Essi fanno anche il nome del vicario parrocchiale che era già stato nominato o in via di nomina. Il disegno del Vescovo non fu attuato per forti opposizioni intervenute che lo sconsigliarono ad affrontare la questione. Continuarono, però, a succedersi diversi cappellani festivi e così fino al 1921 anno in cui viene mandato a Dalmine, perché vi risieda stabilmente, il sac. don Giuseppe Rocchi. Il problema dell’autonomia di Dalmine, con la venuta di don Rocchi, diventa un fatto compiuto. Mancava la sanzione giuridica che viene ottenuta con un decreto del Vescovo Mons. Luigi Maria Marelli in data 22 agosto 1922. Esso dice testualmente: “ la frazione di Dalmine nella parrocchia di Sforzatica S. Andrea  in questi ultimi anni, a motivo delle grandiose officine che colà sono state erette e dalla numerosa popolazione che vi si è stabilita, ha richiamato la speciale attenzione del nostro antecessore, così anche di noi solleciti come siamo per obbligo del pastorale ministero. Per questo e in vista del cospicuo concorso della Ditta proprietaria delle officine, attesi anche gli ulteriori affidamenti della medesima di provvedere alla edificazione di una chiesa che meglio risponda alle esigenze del luogo e della popolazione, noi abbiamo potuto inviare finalmente a Dalmine un sacerdote che stabilmente vi risieda ed a lui abbiamo affidato la cura speciale degli abitanti di quel luogo. Volendo ora regolare con opportune norme il servizio religioso e la cura delle anime in quella località, dopo aver sentito l’avviso del parroco di Sforzatica S. Andrea sac. Ignazio Valsecchi, il quale, con assai lodevole docilità prevenendo i nostri desideri, ci ha prestato di buon grado il suo consenso per quanto potessimo disporre pel bene spirituale di quelle anime -con la nostra autorità ordinaria, erigiamo il territorio di Dalmine in Vicariato Parrocchiale demandando la cura delle anime con tutti i doveri e gli annessi diritti al sac. don Giuseppe Rocchi da noi deputato Vicario Parrocchiale in luogo-”.
Questo decreto del Vescovo, (22 agosto 1922) segnava l’atto di nascita di quella che sarebbe diventata la futura parrocchia di Dalmine.

 

Dalmine, giugno 2010