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La politica, intesa come gestione e amministrazione dello Stato, ha certamente un costo. Questo esiste sia per mantenere una casa regnante, sia una presidenza e un parlamento. Infatti, noi quel costo lo abbiamo e lo sosteniamo già, visto che ogni presidente ha sempre avuto il suo appannaggio e ciascun parlamentare la sua indennità. Abbiamo riconosciuto una retribuzione ai sindaci e un compenso agli assessori. Son pagati, chi più chi meno, anche tutti i dipendenti dello Stato. E son pagati gli edifici pubblici, e le auto, e i telefonini. Son pagate le borse e pure i portaborse. Non c'è istituzione o branca dello Stato costretta a prestare gratuitamente la propria opera. Chi fa politica, ossia chi si occupa dell'amministrazione e del governo dello Stato, è ampiamente retribuito e non deve sostenere di tasca sua costi aggiuntivi. E allora, qual è il problema?  Il problema è che nel corso degli anni i compensi sono aumentati a dismisura, sono aumentate le sedi, sono aumentati i dipendenti, i benefit, i rimborsi spese, le regalie, le pensioni, i vitalizi, le spese dei partiti, etc etc… Bastano alcuni esempi per chiarire meglio la portata di questi costi: I governatori degli USA (Studio prof Mero) ricevono in media 88.500 euro l’anno, molto meno di un consigliere lombardo, quasi un quarto di quanto guadagna il presidente della provincia di Bolzano, ossia 320.496 euro lordi l'anno, che sono anche 36.000 euro in più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti. Per guidare la California, che da sola ha il settimo Pil mondiale, Schwarzenegger prende, e restituisce, 162.598 euro lordi. Come spiegare i nuovi vitalizi ai 57 membri non rieletti in Italia e i 7.251.000 euro spesi per pagare gli assegni di solidarietà ai senatori rimasti senza seggio, come Clemente Mastella, il cui “assegno di reinserimento nella vita sociale” costò 307.328 euro. “Tanto la somma spetta per legge a tutti gli ex parlamentari…”. Il reinserimento nella vita sociale di Armando Cossutta è costato 345.600 euro, quello di Alfredo Biondi 278.516, quello di Francesco D'Onofrio 240.100. E che dire del regalo ricevuto da larga parte dei neo pensionati, entrati in Parlamento prima della riforma del 1997, che, con modica spesa hanno riscattato i contributi pensionistici degli anni saltati, come Alfonso Pecoraro Scanio, andato a riposo a 49 anni con gli 8.836 euro il mese, che spettano a chi ha fatto 5 legislature, pur non avendole fatte. Oppure il democratico Rino Piscitello: 7.958 o il forzista Antonio Martusciello che, con i suoi 46 anni è il baby pensionato. Non scordiamo che la Sicilia, con 5 milioni di abitanti, si permette il lusso di 19.739 dipendenti quando la Lombardia con 10 milioni di abitanti ne ha solo 3.129. Difficile stabilire quanto costi la politica agli italiani. Non sarebbe sufficiente un plotone di ragionieri, considerato il dedalo di rimborsi, diarie, spese per il collegio elettorale, membri dei consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, sommati ai costi di locazione, manutenzione e spese straordinarie per gli edifici che li ospitano. Risultato: le spese salgono.  Un'aggiustatina è stata data, alcune spese sono state eliminate e una sforbiciata agli emolumenti è stata fatta, ma ci vuole ben altro
Dalmine agosto 2011 -  fac/
Allegati:
Guadagni dei Parlamentari in UE
Baby Pensioni (da sanguisughe di Mario Giordano)
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Dalmine, agosto 2011 - gi.fa