I riflettori si sono ormai spenti sulla visita a Dalmine di Matteo Salvini (segretario Lega Nord) dell’8 aprile u.s. per protestare contro l’arrivo di una cinquantina di profughi che saranno destinati a occupare l’ex asilo infantile di Via San Filippo Neri. Il segretario della L.N. Salvini era già stato a Dalmine e aveva promesso che sarebbe stato lui a occupare la struttura prima degli extracomunitari. Il sindaco di Dalmine, Lorella Alessio, aveva replicato a margine del Consiglio comunale accusando il leader leghista di “Istigazione a delinquere” ma alla fine si sono incontrati in un clima sicuramente più amichevole e insieme si sono recati all’asilo oggetto di proteste per un sopraluogo. 

Ricordiamo che a seguito di espressa richiesta del Prefetto di offrire ospitalità ai profughi provenienti dai paesi africani, l’amministrazione comunale di Dalmine non ha negato la propria disponibilità ad accogliere sul proprio territorio un gruppo di cinquanta extracomunitari africani, si dice, compiendo un gesto di umanità e solidarietà. I giornali locali hanno sprecato inchiostro e carta e molti politichetti molte ore di trasmissioni locali senza avere ben inquadrato il problema. Allo scopo l’amministrazione di Dalmine pensava di mettere a disposizione il fabbricato comunale, attrezzato per bambini, da anni in disuso, sito in via S. Filippo Neri. L’edificio è una costruzione del 1926 progettata dall’arch. Giovanni Greppi, avente una Superfice di 332 mq e un Volume di 1.916 mc, dotato di tre ampie aule e di altri sette locali adibiti a servizi accessori come la cucina, la sala di refezione e l'infermeria.  Ospitava ogni anno 60 figli dei dipendenti dello stabilimento Dalmine. Per metterlo in uso servirebbero almeno, secondo un calcolo approssimativo, circa 150.000,00 euro. Ora a distanza di qualche settimana i contorni si fanno più nitidi e leggibili. Sembra, dico sembra, per non incorrere nelle ire di qualcuno, sia arrivato in comune un sollecito del tipo: “basta aspettare, noi siamo pronti con le persone, basta un telone per contenere la pioggia dal tetto, bastano due o tre turche nei bagni, basta una doccia, basta un rubinetto per l’acqua non ha importanza se fredda o calda e il fabbricato è pronto ad accogliere gli ospiti stranieri.  Se così fosse sarebbe semplicemente vergognoso e si darebbe ragione a coloro che giustamente criticano e sono contrari a questi comportamenti.  Su questo storico fabbricato, esiste anche un altro impedimento, non so se legittimo o superabile. Il contratto di compravendita dell’asilo infantile redatto nel luglio del 1965 tra la Pro-Dalmine e il Comune di Dalmine (Dott. Enzo Zambetti) contiene alcune clausole tra cui la principale: “Clausola di salvaguardia: da inserirsi come le precedenti nel contratto di cessione, per cui il Comune s’impegna anche per l’avvenire ad adibire l’edificio e l’area annessa esclusivamente ad usi scolastici” . (Dal contratto: “L’edificio e l’area oggetto della presente vendita dovranno comunque essere adibiti, per l’avvenire, esclusivamente a fini scolastici”). Con una simile clausola dubito che gli amministratori comunali possano utilizzare l’asilo come vogliono, sicuramente lo possono fare ma se anche le istituzioni non rispettano i patti,, non dovremo più meravigliarci se la gente comune fa altrettanto.
facoetti/
Dalmine: maggio 2015

 

         
     Asilo infantile di Dalmine in Via S. Filippo Neri (datato 1926) da ristrutturare