Era una notte che pioveva
Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento;
immaginatevi che grande tormento
per un alpino che sta a vegliar.

A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto
"oh sentinella torna al tuo posto
sotto la tenda a ri, a riposar".

Quando fui stato nella mia tenda
sentii un rumore giù per la valle
sentivo l'acqua giù per le spalle
sentivo i sassi a ro-, a rotolar.

Mentre dormivo sotto la tenda
sognavo d'esser con la mia bella
e invece ero di sentinella
a far la guardia allo' allo’ stranier
  Il monte canino
Non ti ricordi quel mese di aprile
quel lungo treno che andava al confine
che trasportava migliaia di alpini:
su, su correte è l'ora di partir.

Dopo tre giorni di strada ferrata
ed altri due di lungo cammino,
siamo arrivati al monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar.

Se avete fame, guardate lontano
se avete sete, la tazza alla mano;
se avete sete, la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.

Non più coperte, lenzuola, cuscini:
non più l'ebrezza dei dolci tuoi baci.
Solo si sentono gli uccelli rapaci
e da lontano il rombo del cannon.

Monte nero
Monte nero, monte rosso,
traditor della vita mia,
ho lasciato la mamma mia
per venirti a conquistar.

Per venirti a conquistare
ho perduto tanti compagni,
tutti giovani sui vent'anni:
la sua vita non torna più.

Colonnello che piangeva
a veder tanto macello;
su coraggio alpino bello,
che l'onore sarà per te

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La montanara
Lassù sulle montagne
fra boschi e valli d'or
tra l'aspre rupi eccheggia
un cantico d'amor.

La montagna oh è
si sente cantare
cantiam la montanara
a chi non la sa.

  La leggenda della grigna
Alla guerriera bella e senza amore
un cavaliere andò ad offrire il cuore,
cantava: "Avere te voglio, o morire!"
Lei dalla torre lo vedea salire.

Disse alla sentinella
che stava sopra il ponte:
"Tira una freccia in fronte
a quello che vien su".

Il cavaliere cadde fulminato,
ma Iddio punì l'orribile peccato
e la guerriera diventò la Grigna,
una montagna ripida e ferigna.

Anche la sentinella,
che stava sopra il ponte,
fu trasformata in monte
e la Grignetta fu.

Noi pur t'amiamo d'un amor fedele
montagna che sei bella e sei crudele.
E salendo ascoltiamo la campana,
d'una chiesetta che a pregare chiama.

Noi ti vogliamo bella,
che diventasti un monte
facciam la croce in fronte:
non ci farai morir.

   
La domenica andando alla messa
La domenica andando alla messa,
compagnata dai miei amatori
mi sorpresero i miei genitori:
monachella mi fecero andar.

Dimmi che m'ami,
sono innocente come il sol
che risplende sul mare;
voglio dare l'addio all'amor.

Giovanotti piangete, piangete,
m'phan tagliato i miei biondi capelli;
tu lo sai ch'eran ricci, eran belli,
giovanotti piangete con me.

Dimmi che m'ami...

Le carrozze son già preparate,
i cavalli son pronti a partire;
dimmi o bella se tu vuoi venire
questa sera a passeggio con me.

Dimmi che m'ami...

  La tradotta
La tradotta che parte da Torino
a MIlano non si ferma più,
ma la va diretta al Piave,
ma la va diretta al Piave.
La tradotta che parte da Torino
a Milano non si ferma più,
ma la va diretta al Piave,
cimitero della gioventù.

Siam partiti, siam partiti in ventinove,
solo in sette siam tornati qua:
e gli altri ventidue...
sono morti a San Donà.

Cara suora, cara suora son ferito:
a domani non ci arrivo più.
Se non c'è la mamma mia...
un bel fiore me lo porti tu!

A Nervesa, a Nervesa c'è una croce:
mio fratello è sepolto là.
Io ci ho scritto su Ninetto...
e la mamma lo ritroverà.

   
Il tuo fazzolettino
Dammi, o bello, il tuo fazzolettino,
dami, o bello, il tuo fazzolettino,
vado alla fonte, lo voglio lavar.

Te lo lavo con l'acqua e sapone,
te lo lavo con l'acqua e sapone,
ogni macchietta un bacino d'amor.

Telo stendo su un ramo di rose,
te lo stendo su un ramo di rose,
vento d'amore lo deve asciugar.

Te lo stiro col ferro a vapore,
te lo stiro col ferro a vapore,
ogni pieghina un bacino d'amor.

Telo porto di sabato sera,
te lo porto di sabato sera,
di nascosto di mamma e papà.

C'è chi dice: "L'amoe non è bello",
c'è chi dice: "L'amor non è bello",
di certo quello l'amor non sa far.

 

L'uva fogarina

O quant'è bella
l'uva fogarina,
o quant'è bello
andarla a vendemmiar,
a far l'amore con la mia bella,
a far l'amore in mezzo al pra.

Diridin din din, diridin din din
diridin din din, diridin din din
diridin din din, din din din din.
Diridin din din, diridin din din
diridin din din, diridin din din
diridin din din, din din din din.

Filar la 'n vol filar,
cousir n' la sa far
e il sol de la campagna,
e il sol de la campagna.
Filar la 'n vol filar,
cousir n'la sa far
e il sol de la campagna
la dis che 'l ghe fa mal.

   
La bella Gigogin
E la bella Gigogin,
col tramille rillellera,
la va a spass col so spincin,
col tramille rillerà.

A quindic'anni facevo all'amore,
dàghela avanti un passo, delizia del mio cuore!
A sedic'anni ho preso marito,
dàghela avanti un passo,delizia del mio cuore!
Adiciassette mi sono spartita,
dàghela avanti un passo, delizia del mio cuor!

La ven, la ven, la ven alla finestra
l'è tutta, l'è tutta, l'è tutta 'ncipriada;
la dis, la dis, la dis che l'è malada
per non, per non, per non mangiar polenta;
bisogna, bisogna, bisogna aver pazienza,
lassala, lassala, lassala maridà!

E la bella Gigogin,
col tramille rillellera,
la va a spass col so spincin,
col tramille rillerà.
  La nella valle
La nella valle c'è un'osteria,
è l'allegria, è l'allegria:
là nella valle c'è un'osteria
è l'allegria di noi alpin.

E se son pallida
nei miei colori
non voglio dottori,
e se son pallida
come 'na strassa,
vinassa, vinassa
e fiaschi de vin.

Là sul Cervino c'è una colonna,
è la Madonna, è la MAdonna,
là sul Cervino c'è una colonna,
è la Madonna di noi alpin.

E se son pallida...

   
Amore mio non piangere
Senti le rane che cantano
che gusto che piacere,
lasciare la risaia,
tornare al mio paese;
lasciare la risaia,
tornare al mio paese.

Amore mio non piangere
se me ne vado via:
io lascio la risaia,
ritorno a casa mia,
io lascio la risaia,
ritorno a casa mia.

Non sarà la campana
che sveglia la mattina,
ma là nella casetta
mi sveglia la mammina,
ma là nella casetta
mi sveglia la mammina.

Vedo laggiù tra gli alberi
la bianca mia casetta
e vedo là sull'uscio,
la mamma che m'aspetta,
e vedo là sull'uscio,
la mamma che m'aspetta.

Mamma, papà non piangere,
non sono più mondina,
son ritornata a casa
a far la contadina,
son ritornata a casa
a far la contadina.

Mamma, papà non piangere,
se sono consumata:
è stata la risaia
che mi ha rovinata,
è stata la risaia
che mi ha rovinata.
 

Bella ciao

Una mattina mi son svegliato,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.

O partigiano portami via,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e seppellire lassù in montagna,
sotto l'ombra di un bel fior.

E poi le genti che passeranno
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e poi le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.
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O Angiolina, bell'Angiolina
O Angiolina, bell'Angiolina,
innamorato io son di te,
innamorato da l'altra sera
quando venni a ballar con te.

E la s'ha messo la veste rossa
e le scarpette come rose,
e le scarpette come rosette,
fatte apposta per ben ballar.

 

 Dalmine, ottobre 2013   -  fac/