1885 In Germania, i fratelli Max e Reinhard Mannesmann, produttori di utensili in acciaio, progettano e brevettano con il loro nome un laminatoio a cilindri per la produzione di tubi in acciaio senza saldatura, che si afferma nel mondo come laminatoio a passo di pellegrino. In pochi anni, la società costituita dai Mannesmann realizza stabilimenti non soltanto in Germania, ma anche in Gran Bretagna, in Francia e in Italia.

1906    Il 27 giugno viene costituita a Milano la Società Anonima tubi Mannesmann, produttrice di tubi in acciaio senza saldatura. Fondatori la Deutsch-Oesterreichische Mannesmannröhren-Werke di Düsseldorf, titolare del brevetto di laminazione, la Società metallurgica italiana di Livorno e Eugen Hannesen, che assume la carica di amministratore delegato.

1908 Si da inizio alla costruzione dello stabilimento di Dalmine e nel 1909 venne prodotto il primo tubo d'acciaio.

1911    Il 6 ottobre la Società metallurgica italiana cede le proprie azioni alla Mannesmannröhren-Werke.

1915    Con la prima guerra mondiale lo stabilimento di Dalmine viene inserito nella lista degli stabilimenti ausiliari e sottoposto al diretto controllo del Comitato lombardo di mobilitazione industriale.

1916    Il 19 settembre, con decreto del Prefetto di Bergamo, la Società anonima tubi Mannesmann viene posta sotto sindacato. Il 19 ottobre il ministero dell'industria, commercio e lavoro, autorizza il gruppo finanziario facente capo alla Banca Commerciale Italiana a riscattare tutte le azioni della Società che ancora si trovano depositate presso la Société de Crédit Suisse. Il provvedimento di sindacato viene revocato.

1917    In ottobre la Banca Commerciale cede le proprie azioni alla Società alti forni fonderie acciaierie e ferriere Franchi-Gregorini che pone in liquidazione la ex Società anonima tubi Mannesmann e incorpora lo stabilimento di Dalmine nel novero dei propri impianti produttivi.

1920    Il 24 febbraio viene costituita la nuova Società anonima stabilimenti di Dalmine. Dopo il conflitto la società si ritrovò, come molte altre aziende in quel periodo, in una difficile situazione finanziaria; così la Franchi Gregorini cede le proprie quote alla Banca Commerciale Italiana e alla Fiat.

1923    Il 31 dicembre la Società anonima Fiat cede la propria quota alla Banca Commerciale Italiana che diventa la sola proprietaria.

1924 La società Dalmine venne quotata in borsa.

1933 La Dalmine seguì il destino di tante altre aziende siderurgiche (ILVA, Acciaierie di Terni) e cantieristiche (Ansaldo) in difficoltà, che erano state rilevate dalle banche e  che furono salvate con la costituzione dell’IRI - Istituto per la ricostruzione industriale costituito il 23 gennaio 1933 come holding di Stato.

1937    In base al R.D.L. del 24 giugno che trasforma l'Iri in ente permanente, il pacchetto azionario della Società anonima stabilimenti di Dalmine viene ceduto alla Società finanziaria siderurgica (Finsider), costituita con R.D.L. del 3 luglio 1937 con lo scopo di provvedere al coordinamento delle aziende siderurgiche di Stato. In quel periodo la ristrutturazione della compagnia fu seguita per conto della Finsider dall'ingegner Agostino Rocca, futuro fondatore del gruppo Techint che avrebbe acquistato proprio la Dalmine nel 1996; sotto la sua guida la compagnia era una della prime nel settore del ferro e dell'acciaio.

1939    L'assemblea degli azionisti del 18 marzo delibera il mutamento della ragione sociale in Dalmine S.A., portata poi a Dalmine Spa nel 1946


1944 Il 6 Luglio gli stabilimenti furono pesantemente bombardati con morti e feriti e solo nel 1946 tornarono pienamente in servizio. Negli anni del "miracolo economico" italiano la Dalmine era uno dei fiori all'occhiello dell'industria italiana, pur essendo controllata dallo Stato, rimase quotata in Borsa ed era un modello di efficienza e di sviluppo tecnologico.

1945    Il 6 aprile la Dalmine S.A. viene "socializzata" dalla Repubblica sociale italiana. Dal 25 aprile al 2 giugno non ha amministrazione regolarmente eletta. Dal 2 giugno al 27 novembre è retta da un commissario straordinario.

1946    L'assemblea degli azionisti del 29 aprile delibera il mutamento della ragione sociale in Dalmine S.p.A.

1948 Viene incorporato lo stabilimento di Massa Carrara (già Apuania), la cui produzione era destinata a tubi per petrolio.

1954 Entra in funzione l'impianto di Torre Annunziata (Napoli) per la produzione di tubi saldati per gas.

1956 A Sabbio Bergamasco si avvia la produzione di bombole e pezzi apeciali.

1957 Viene costruito lo stabilimento di Costa Volpino per la produzione di tubi trafilati a freddo.

1970 L'industria si espanse, acquisendo altre società e creando un altro stabilimento, sito in Arcore. Alla fine degli anni Sessanta la società assume la gestione dello stabilimento di Piombino, che produce tubi saldati con metodo Fretz-Moon. In questi anni la Dalmine occupa più di 17.000 persone.

1976 Viene avviata l'acciaieria elettrica con colata continua e nel 1978 viene laminato il primo tubo nel nuovo laminatoio a mandrino trattenuto, che in quel momento è l'impianto più moderno al mondo per la produzione di tubi senza saldatura.

1989 Il primo gennaio la Finsider S.p.A. viene posta in liquidazione e l’ILVA S.p.A. le subentra quale controllante della Dalmine S.p.A.

1990-95  Vengono effettuate altre acquisizioni: lo stabilimento di Arcore, per la produzione di tubi destinati all'industria meccanica; il piccolo stabilimento di Carbonara Scrivia (Alessandria); Tubicar, per la produzione di tubi di precisione e le società di distribuzione TAD, Tubi di Qualità e Siderlandini.

1993 Entrano in produzione il laminatoio Rotary Expander (per tubi di grande diametro) e la seconda linea di colata continua.

1996 Il 27 Febbraio la Dalmine entra a far parte del Gruppo Techint Investments Netherlands B.V. (Tenet) che acquista, dall'ILVA S.p.A. in liquidazione, l'intera quota di partecipazione della Dalmine S.p.A., corrispondente all'84,08% del capitale sociale. Dopo l'acquisto, cede il 15% della sua quota alla Banca di Roma e il 32% a investitori terzi

1997    Techint Investments Netherlands B.V. (Tenet) riacquista parte del pacchetto azionario della Banca di Roma, portando così la sua partecipazione nella Dalmine S.p.A. al 46,996%.

2002    Tenaris S.A. (società di diritto lussemburghese ) lancia un'Offerta Pubblica di Scambio e detiene così il 41,413% della Dalmine S.p.A; Techint Investments Netherlands B.V. (Tenet), società del gruppo Tenaris S.A., continua a detenere direttamente il 46,996%. Il controllo da parte del gruppo Tenaris S.A. è quindi dell'88,409%.  Viene costituita Tenaris S.A. di cui Dalmine è parte insieme a Siderca (Argentina), Tamsa (Messico), NKKTubes (Giappone), AlgomaTubes (Canada), Tavsa (Venezuela), Confab (Brasile) e Siat (Argentina). Il 17 Dicembre Tenaris viene quotata alle Borse di New York, Milano, Città del Messico e Buenos Aires.

2003    Tenaris S.A. lancia un'Offerta Pubblica di Acquisto Residuale sulle azioni Dalmine. La sua partecipazione globale in Dalmine passa al 96,81%. Per effetto dell'operazione, le azioni Dalmine vengono revocate dalla quotazione ufficiale della Borsa di Milano . A fine 2003 il gruppo Tenaris, per effetto di acquisizioni in proprio da terzi, detiene il 98,61% del capitale di Dalmine S.p.A.
Il 17 Luglio 2003 il titolo Dalmine esce dalla borsa di Milano (era entrata nel 1924).

2005    Tenaris S.A. a seguito riduzioni, aumenti di capitale e ad acquisti in proprio di azioni da altri azionisti terzi, detiene direttamente il 67,875% e indirettamente, tramite Techint Investments Netherlands B.V. (Tenet) il 31,330% della Dalmine S.p.A. Il controllo da parte del gruppo Tenaris S.A. è quindi del 99,205%.

2007 Entra in servizio la Centrale Termoelettrica di Dalmine da 120 MW per garantire autoproduzione e continuità energetica allo stabilimento di Tenaris-Dalmine, dove l’energia è un fattore produttivo essenziale.  Lo scorso dicembre 2011 si è concluso, con esito positivo, l’audit del Lloyd's Register per il rinnovo della Certificazione ISO 14001 della Centrale Termoelettrica.

2009 Nella seconda parte del 2009, a seguito di una contrazione dell'attività produttiva, l'azienda comunica la propria intenzione di voler operare una drastica riduzione dei posti di lavoro, pari a più di un terzo della forza lavoro. Nella vertenza per il mantenimento dell'occupazione, oltre alle parti sociali, intervengono anche ministri del governo.


2012 - 24 maggio 2012 - Fatturato miliardario e investimenti che galoppano. La Dalmine Spa del gruppo Tenaris così affronta il 2012. Con il fieno messo in cascina l'anno scorso, chiuso con un giro d'affari di 1,173 miliardi, in crescita del 23% sull'anno precedente. E con un programma di investimenti che dagli iniziali 114 milioni messi sul tavolo dal piano industriale 2010-2012 sta viaggiando a ritmo spedito quasi verso il raddoppio. “Come previsto siamo tornati sopra il miliardo di fatturato”, dice l'amministratore delegato. I ricavi sono realizzati per un quarto in Italia, un quarto in Europa e metà nel resto del mondo. Per il 2012 le previsioni sono in linea, con una produzione che dovrebbe attestarsi sempre attorno alle 650 mila tonnellate e spedizioni sulle 700 mila.

2013 – L’azienda ha ricevuto la certificazione internazionale Top Employers. TenarisDalmine ha ottenuto dal CRF Institute la certificazione Top Employers, un riconoscimento internazionale che valuta gli standard di qualità nelle pratiche e politiche di gestione Risorse Umane, come le retribuzioni e i benefit, le opportunità di carriera, la formazione e le opportunitá di sviluppo dei dipendenti.
Tenaris Dalmine è il primo produttore italiano di tubi di acciaio SS con più di 3.000 dipendenti e una capacità produttiva di 950.000 tonn annue di prodotti finiti.
Le attività produttive si svolgono in Italia presso cinque stabilimenti: Dalmine, Arcore, Costa Volpino, Piombino e Sabbio Bergamasco.  Le esportazioni raggiungono il 60% delle spedizioni totali.