Il 20 dicembre 1941, nel palazzo del Comune in P.zza V. Emanuele III° n.8, avanti al notaio Dott. Antonio Leidi sono comparsi: per il Comune di Bergamo il podestà Sig. Nava Avv.Cav. Armando coll’intervento dell’Azienda Municipalizzata Acquedotti Civici di Bergamo in persona del suo Pres. Conte Dott.Ing. Ernesto Suardo; per la Soc. “La Pro Dalmine” il vice presidente Conte Ratti dott.ing.Franco ; per il Comune di Dalmine  il Podestà Sig. Cruciani Cav.Umberto; per la Società Dalmine anonima il Dir.Amministrativo sig. Prearo Comm. Ciro.
Fra questi signori si stipula quanto segue:
Il Comune di Bergamo cede e vende alla Soc Anonima “La Pro Dalmine” che accetta ed acquista, l’esercizio della rete di distribuzione acqua potabile dell’acquedotto ex intercomunale detto di Roncola e Ubiale, in territorio del Comune di Dalmine, con ogni diritto ed obbligo inerente, nonché gli impianti di sua proprietà e tutti gli accessori, esclusi i contatori, che gravano sulla rete stessa. La cessione è fatta a corpo nell’attuale stato. Resta esclusa la conduttura principale lungo la provinciale Bg-Mi e quella derivante al Km6,560 costruita per la fornitura di acqua alla Dalmine S.A.
Il Comune di Bergamo, assicura il servizio di distribuzione fino alla data di consegna della rete, dopodiché chiuderà le proprie condutture, s’impegna a mantenere in efficienza gli attuali tronchi delle proprie tubazione che si collegano alla rete di distribuzione, tanto il tronco proveniente da Treviolo quanto la diramazione lungo la provinciale BG-MI che restano collegati alle reti di distribuzione mediante organi d’interruzione (saracinesche) e restano di sua proprietà, s’impegna inoltre, su richiesta della Pro Dalmine, di fornire, subordinatamente alle sue disponibilità e per periodi intermittenti, l’acqua dei propri acquedotti.  L’eventuale fornitura verrà fatta a misura registrata dai contatori alle seguenti condizioni: Prezzo dell’acqua £ 0,50 al mc, e £. 500 per nolo annuo dei quatto contatori (1 da 80mm per gli stabilimenti, n.2 da 65mm per Mariano e Sforzatica, n.1 da 40mm per Sabbio B.). La Pro Dalmine si sostituisce al Comune di Bergamo in ogni diritto ed onere, in ogni contratto attivo e passivo in corso.
Il prezzo della cessione viene concordemente stabilito a corpo in £ 120.000 per l’indennità di cessione di esercizio, cessione dei contratti in corso e per indennizzo alla rinuncia del diritto a utilizzare le tubazioni di proprietà del Comune di Dalmine e della Dalmine S.A.;  £ 30.000 per il riscatto di tutti gli impianti e materiali di proprietà Acquedotti Civici esistenti.  Costo totale £ 150.000 (centocinquantamila).
La consegna della rete in cessione avrà luogo al primo gennaio prossimo.  Il comune di Bergamo garantisce l’esclusiva proprietà di quanto ceduto eccetto quanto si riferisce alle condutture di proprietà del Comune di Dalmine e della Dalmine S.A., per le quali rinuncia solo al diritto d’uso, le stesse Ditte prendono atto della rinuncia del Comune di Bergamo del diritto d’uso. La Pro Dalmine si sostituisce pertanto al Comune di Bergamo nell’esercizio dell’acquedotto. A sua volta il Comune di Dalmine cede a Pro Dalmine la sua parte di proprietà dell’acquedotto.
Prima del 1941 il servizio di distribuzione dell’acqua potabile veniva svolto dal Comune di Dalmine con acqua proveniente dagli Acquedotti Civici di Bergamo con una tubazione che nei limiti del territorio di Dalmine è di proprietà del Comune e di Dalmine, con diritto per l’Azienda Municipalizzata Acquedotti di Bergamo di usare detta conduttura per allacciamenti a privati per estendere il servizio nella zona. In seguito allo sviluppo industriale e edilizio negli ultimi tempi l’azienda si è trovata nell’impossibilità di far fronte alle aumentate richieste anche a causa dell’insufficiente portata della conduttura principale; non essendo raggiunto un accordo fra le parti per la posa di una nuova conduttura il Comune di Dalmine e la Dalmine S.A. si sono dichiarati favorevoli a una soluzione integrale per cui hanno chiesto all’Azienda Acquedotti Civici la cessione della rete di Dalmine e il relativo esercizio alla Soc. La “Pro Dalmine”.

Nel frattempo, tra gli anni 1937-1938, la Pro Dalmine costruiva, per il centro cittadino, una propria rete per la distribuzione di acqua potabile, la cui capacità era stata studiata per servire l’intero territorio di Dalmine.
A questo punto al Comune di Dalmine si aprivano tre vie, che il commissario prefettizio dell’epoca considerò tutte giungendo alla conclusione:
1- Costruzione di un nuovo acquedotto civico. Scartata perché ritenuta troppo onerosa per le finanze comunali e per i rischi insiti della ricerca delle falde acquifere.
2- Nuova convenzione con gli acquedotti di Bergamo. Scartata perché se eliminava il rischio della ricerca di acqua, comportava la spesa della sostituzione della condotta di approvvigionamento.
3- Convenzione con la Società Anonima “La Pro Dalmine”. Dagli atti risulta che questa soluzione, deliberata nel settembre 1941, era già preferita fin dall’epoca della costruzione dell’acquedotto da parte della “Pro Dalmine”, acquedotto che, si legge in delibera, era costato £ 2.000.000 (nel 1938).
Accettando quest’ ultima soluzione furono ceduti gli impianti comunali dell’acquedotto a “Pro Dalmine”. La scelta si dimostrò subito infelice, anche se confortata da un parere prefettizio. La cessione degli impianti già del comune avvenne per l’importo di £ 50.000; si consideri che il costo annuo di approvvigionamento idrico del Comune di Dalmine dalla “Pro Dalmine”, è stato, per l’anno 1942, di £ 55.000. Ben presto però ci si accorse che il carattere intrinseco di pubblico servizio dell’acquedotto esigeva la sua gestione diretta da parte del Comune, favorito dal continuo aumento dei costi che il comune doveva sostenere per le clausole contenute nel contratto di approvvigionamento (provvista del fabbisogno comunale, compartecipazione spese per il prolungamento delle condotte, prezzi sempre maggiori e più elevati di quelli in uso negli altri Comuni).
La prima delibera ufficiale di un parere favorevole all’acquisto risale al 1959 e prevedeva l’acquisto di fatto dell’acquedotto per £ 45.000.000. Successivamente, dopo nuove trattative il consiglio dà parere favorevole anche per il suo acquisto a £ 55.000.000. Dopo altre trattative la Pro Dalmine chiede £. 65.000.000, al quale il comune prende atto e chiede solo garanzie in ordine alla sua efficienza. Questa prima trattativa favorevole viene ad arenarsi ed estinguersi.
Negli anni 60/64 il Comune affrontò il problema alla radice non più partendo dalle trattative anzi dette ma cercando prima di risolvere il problema della provvista di acqua e quindi del reperimento d’idonea falda acquifera.  Il Comune incaricava la Fondazione Lerici di Milano per uno studio geologico del terreno e la Ditta “Della Torre  Fortunato” per la trivellazione.  L’amministrazione otteneva così il suo scopo, una falda acquifera di sufficiente portata per l’intero fabbisogno comunale, reperita vicino a via Bastone. L’acqua venne dichiarata potabile dal Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi di conseguenza venne posta in opera la colonna definitiva nel pozzo pronto per essere sfruttato e iniziare le trattative per l’acquisto.
Nel mentre vennero persi per lungo tempo i contatti con la “Pro Dalmine” la quale ora chiede non più 65.000.000 ma bensì oltre 200.000.000 di Lire.  La trattiva, che era in corso dal 1960, si concluse nel 1974 con l’acquisto, da parte del Comune di Dalmine (con una spesa di 180.000.000 di lire), dell’acquedotto della “Pro Dalmine”, in quanto era ormai indispensabile assicurare alla gestione pubblica un servizio di così vitale importanza.
Oggi l’acquedotto è  gestito, dal 20 marzo 2006, da UniAcque S.p.A., una società totalmente pubblica per la gestione “in house” del servizio idrico integrato sulla base dell’affidamento effettuato dall’Autorità d’ambito della provincia di Bergamo per una durata di 30 anni (dal 1/1/2007). Il servizio idrico integrato riguarda l’insieme dei servizi di: prelievo, distribuzione acqua agli utenti, gestione sistema fognario, depurazione delle acque reflue.

All. Atto cessione n.6057 del 1941

     
 Acquedotto di Dalmine
Torre piezometrica
  Lavori di costruzione della 
rete dell'acquedotto a Sforzatica
in Via Fabio Filzi
   
         

Dalmine, aprile 2016              /fac