L’edificio della colonia marina di Riccione di proprietà della Dalmine, progettato dall’arch. Giovanni Greppi (1884-1960), fu costruito nel 1936 su un appezzamento di terreno ubicato sulla litoranea Riccione-Rimini (largo 130 m e lungo 280 m) che si estende dalla spiaggia al terrapieno della ferrovia adriatica. I terreni, di proprietà della sig.ra Nadiani Teresa ved. Bianchini, rappresentata dal figlio Bianchini Massoni Guido, sono stati acquistati dalla Società Anonima Pro Dalmine, rappresentata dal Consigliere Delegato Cav. Dott. Prearo, con atto notarile N. 13999 di Rep. Del 1 agosto 1935, in conformità alla relazione catastale di misurazione del geom Pozzi Rodesindo datata 16 luglio 1935, che si allega, per la somma di £ 80.000. La colonia ha una superfice cintata, con spiaggia propria, di mq 35.573, una sup. costruita di 1.492 mq per un totale di 23.000 mc. L’edificio principale è caratterizzato da un ampio vestibolo alto quanto l’edificio stesso, al fine di favorire il ricambio d’aria. All’interno sono collocati al piano rialzato la palestra, le cucine e altri locali di servizio. Al primo piano la Direzione, i refettori e un dormitorio, al secondo piano due dormitori e i locali per le maestre, infine al terzo piano nove locali con relativi servizi per il personale femminile. Oltre a quello principale vi sono altri edifici minori adibiti a servizi ausiliari. Il giardino davanti alla colonia è collegato direttamente alla spiaggia da un sottopassaggio. Inaugurata nel 1936 in pompa magna e secondo i canoni dell’epoca, rilevando che gli toccò l’onore della visita del Duce, la colonia poteva ospitare ogni anno, in due turni estivi, 400 bambini dai sei ai dodici anni, scelti fra i più bisognosi di cure nelle famiglie dei dipendenti della Dalmine. Tutte le spese erano a carico della Pro Dalmine. Prima del 1936 (1930-1935) l’assistenza climatica marina ai figli dei dipendenti era offerta, sempre a spese della Pro Dalmine, presso altre istituzioni.  Nel 1940 la colonia fu requisita provvisoriamente dalle autorità, come molte altre colonie, per essere adibita a ospedale militare. Al termine del secondo conflitto mondiale riprese intensamente la propria attività tanto che dovette essere ampliata. Nel 1953 verrà intitolata al Conte Ratti di Desio che fu commissario straordinario della Dalmine nel 1945 e suo Presidente fino al 1953. Gli anni 70, con l’avvento del turismo di massa, porteranno alla chiusura di numerose colonie tra cui quella della Dalmine. Dopo una ventina d’anni d’abbandono, grazie ad un sapiente recupero per scopi turistici, che ne hanno in gran parte conservato l’originario aspetto esteriore, è stata recuperata e trasformata in un albergo congressuale (Le Conchiglie) a testimoniare una “gloriosa” istituzione che in passato ha permesso benefiche cure marine e la “scoperta del mare” a numerosi bambini.

 All/ -   Atto notarile N. 13999 datato 1 ago 1935

      -   Relazione di misurazione datata16 luglio 1935

 

 

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Colonia originale         
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        Recupero colonia
Dalmine:  marzo 2015