q846betelli03Natale Betelli (Sforzatica 20-12-1905 ; Treviglio 08-03-1945) - Si sentiva aria di neve e il cielo era coperto quel mercoledì 20 dicembre 1905 quando a Sforzatica nasceva il figlio di Pietro Betelli e di Caterina Magri: Andrea Natale Betelli. Per tutti però sarebbe stato solo Natale. Il ragazzo svolse il servizio militare dal 3 maggio 1927 al 5 settembre 1928 nel 3° Reggimento Genio Zappatori. All’epoca faceva il saldatore e lavorava alla “Dalmine”. Natale maturò nel corso degli anni una decisa avversione al regime fascista e, da comunista, fece parte della commissione di agitazione clandestina di fabbrica e poi del primo CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) all’interno dello stabilimento della “Dalmine” con gli altri due membri comunisti Francesco Salerno e Callisto Tosoni, e con gli azionisti Ernesto Frigerio, Carlo Remonti e Pietro Sottocornola, fino al giorno del suo arresto. Natale fu fermato dai militi del distaccamento della Guardia Nazionale Repubblicana di Treviglio l’8 marzo 1945 davanti alla moglie Maria, a casa sua, a Sforzatica in piazzetta XXIV Maggio n.1: il suo destino si compiva in quella primavera che si sperava avrebbe portato qualcosa di buono dopo i giorni terribili del 1944 che aveva rovesciato su Dalmine la tragedia del bombardamento del 6 luglio con i tanti morti e il grande dolore che aveva annichilito tutta la comunità dalminese e non solo. Anche lui, Natale, era stato colpito nei suoi affetti più cari: aveva infatti perso il fratello minore in quella tragedia. C’era stato poi un inverno fatto di freddo, riunioni clandestine, allarmi, sabotaggi, delazioni, e arresti che, alla fine dell’anno, avevano spinto Natale a far allontanare dal paese i giovani del Fronte della Gioventù, Giovanni Locatelli, Cesare Lodetti, Luigi Mazzoleni, Renato Milesi, Albino Previtali e Battista Rota che erano finiti, dopo tragiche vicissitudini, nel carcere di San Vittore a Milano. Anche in quei primi giorni di marzo erano scattate in zona perquisizioni e arresti; prima di Natale Betelli, il 6 marzo, erano stati catturati sei uomini di Osio Sotto per l’affissione di un manifesto sovversivo, mentre il giorno 9 era sfuggito all’arresto in fabbrica Callisto Tosoni col quale Natale cercava di ricompattare la cellula comunista in vista di quanto stava maturando. Betelli era “sospettato di propaganda comunista e di essere filopartigiano”, come risulta dagli atti del processo intentato presso la Corte Straordinaria d’Assise di Bergamo e apertosi il 1° giugno 1945, contro gli accusati del suo omicidio: il sottotenente Palazzolo e i militi Albani e Ferrari. Natale Betelli, condotto nella caserma del distaccamento della Guardia nazionale repubblicana di Treviglio, quello stesso 8 marzo 1945 fu sottoposto ad un interrogatorio stringente dal comandante Palazzolo e dai militi Ferrari, Beretta ed Albani, ma egli non fece alcuna rivelazione sui nomi dei suoi compagni di lotta. I militi insistevano con lui per avere notizie precise sull’attività sovversiva dei suoi complici e sull’ingegner Colombo, impiegato alla “Dalmine”, oltre che indicazioni su Mario Peralda e Carlo Molinari. Visto il silenzio dell’accusato, si passò alle maniere forti e Natale venne picchiato con un nerbo di cuoio per più di un’ora dal Beretta, dal Ferrari e dall’Albani che alternavano le nerbate con calci e pugni, alla presenza, dietro ordine e incitamento del sottotenente Palazzolo; il fermato fu poi lasciato rantolante su un tavolaccio. Si ha conferma delle percosse a Natale dalla testimonianza di alcuni degli arrestati di Osio che avevano subito lo stesso trattamento e che dalla loro cella, posta sopra la stanza degli interrogatori, lo avevano sentito lamentarsi. Quando il giorno dopo il Palazzolo si rese conto che Betelli era morto, mandò a chiedere istruzioni sul da farsi al comando delle SS germaniche di Bergamo. Al termine della giornata, dal comando gli fu risposto che il cadavere doveva sparire, e così il corpo di Natale Betelli, nella notte tra il 9 e il 10 marzo 1945, fu trasportato fuori Treviglio su un “triciclo” e poi buttato dai suoi assassini nel canale Muzza da un ponte presso Cassano. Rientrati in caserma, gli stessi, come da ordini ricevuti, “esplodendo quattro o cinque bombe e sparando una scarica di mitra”, inscenarono un finto attacco alla caserma da parte dei partigiani con la falsa notizia della fuga di Natale.

Dalmine (BG) Intitolava una via principale a “Betelli Natale”.



NB: Il 24 aprile 2012 Natale Betelli venne insignito dal Presidente della Repubblica Italiana della Medaglia d’oro al merito civile alla memoria con questa motivazione: Operaio idraulico presso il reparto ldro dello stabilimento siderurgico di Dalmine, nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, arrestato dai militi della Brigata nera che tentarono di estorcergli informazioni sull’attività antifascista all’interno della “Dalmine”, riuscì con grande coraggio a non tradire i suoi compagni subendo crudeli torture fino all’estremo sacrificio. Fulgido esempio di eroico coraggio e di rigore morale fondato sui più alti valori di amor patrio e di umana solidarietà - 08 marzo 1945 - Dalmine ( Bg).”

2020 - Un ricordo e un grazie per Natale Betelli nel 75° anniversario della sua uccisione. Mariella Tosoni



Fonti: Archivio di Stato Bg, Ruolo matricolare di Andrea Natale Betelli.
Convegno ANPI Dalmine 2012, Natale Betelli simbolo di lotta antifascista.
A. Bendotti, Banditen. Uomini e donne nella Resistenza bergamasca, Ed. Il filo di Arianna, Bergamo 2015.
A. Bendotti-G. Bertacchi, il difficile cammino della giustizia e della libertà, Ed. Il filo di Arianna, Bergamo1983, pp. 34, 66.
E. Gennaro-M. Tosoni, Aurelio Colleoni, Ed. Morcelliana, Brescia 1998, pp. 49-53. Preziose indicazioni archivistiche ebbi a suo tempo dalla dottoressa Giuliana Bertacchi, cofondatrice dell’ISRECBg.
A. Scalpelli, Resistenza e lotta antifascista nello stabilimento di Dalmine, Il movimento di Liberazione in Italia, n. 62 fasc. I, gennaio-marzo 1961, p.90;
G. Scudeletti-M. Tosoni, LA LIBERTÀ RICONQUISTATA, I quaderni di Dalmine n. 2, 2007, pp. 53, 109.

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Viale Natale Betelli - Dalmine     Cartello segnaletrico    Gita a Castione
         
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Roma 24 aprile 2012: Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegna la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria del Signor Natale Betelli al Figlio Franco, in occasione del 67° anniversario della Liberazione.
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Episodio di caserma GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) di Treviglio, 08/03/1945
Natale Betelli è tra le figure centrali del PCI bergamasco e quadro operaio di assoluto rilievo della Dalmine. Arrestato nella propria abitazione a Sforzatica (frazione di Dalmine, BG) e tradotto nella caserma della GNR di Treviglio, muore in seguito a bestiali percosse.
Interessati i comandi della GNR provinciale su come gestirne il decesso, i fascisti decidono di simulare un attacco alla caserma che giustifichi un tentativo di fuga del Betelli e si sbarazzano del cadavere gettandolo in un fiume.
Modalità della strage: percosso a morte, sevizie e torture, occultamento di cadavere.
I responsabili: Tedeschi, reparto corpo di appartenenza;
Italiani: GNR distaccamento di Treviglio
Il tenente Renzo Palazzolo e i militi Giacomo Ferrari e Mario Albani vengono processati il 2 giugno 1945 e condannati all’ergastolo. Un terzo milite che collaborò con i tre alla cattura e alla bastonatura di Betelli, Giovan Battista Beretta, venne fucilato nei giorni insurrezionali.
Tribunale competente: CAS Bergamo – Estremi e note sui procedimenti.
I responsabili sono condannati in primo grado all’ergastolo. La pena è confermata in Cassazione il 27 febbraio 1946. Nel 1954, in seguito a condoni, la pena risulta ridotta a 20 anni. Su ricorso dei difensori la Corte di Appello di Brescia applica il decreto del 19 dicembre 1953 e riduce definitivamente la pena a 10 anni.

 


Dalmine, giugno 2021