P655BacinoSiamo ai primi di marzo 2021, tempo di Covid-19 ma non siamo in zona rossa e un pomeriggio decido per una camminata in città “Dalmine”, devo andare all’ufficio postale. La città è la nostra casa e ci accompagna a conoscerla, un po’ come facevano i nostri vecchi con i loro racconti ai bambini e oggi noi ai nostri nipoti. Un tempo si usava far visitare con orgoglio la propria casa, io invece vi racconto uno spicchio della mia città per come l’hanno costruita i nostri predecessori e gli aggiornamenti attuali. Cammino sui marciapiedi, alcuni rifatti altri dissestati, camminare è un'attività salutare alla portata di tutti, camminare in città, consente di scoprire l'ambiente in cui viviamo in un modo del tutto nuovo.

La mia città, dove vivo da sempre, non l’ho mai vista cosi vuota, guardo i balconi, dove sono stesi i panni, i negozi son chiusi e le strade son deserte, le scuole purtroppo sono chiuse, poveri ragazzi senza compagni, senza verifiche, senza viaggi di andata e ritorno senza lo studio in compagnia etc.; sono basito e senza parole. Cammino lentamente con la mia mascherina sulla bocca e sul naso, non c’è nessuno che parla o ride né bambino che gioca, a questo punto mi provoca un forte disagio e cammino malinconicamente. Camminare favorisce il pensiero creativo, libera l’immaginazione e la fantasia, sviluppa nuove idee. Ed è per questo motivo che è possibile vedere e apprezzare l’ambiente e poter raccontare a più persone le sensazioni vissute. Il primo tratto, sono in via Bastone, mi ricorda il grande traffico dovuto al senso unico di via Verdi, ora si è normalizzato, grazie al ripristino del doppio senso della stessa via, che incontro poco dopo. I lavori su questa chiacchierata via, via Verdi appunto, sono finiti e devo dire con successo. Un lavoro ben fatto che altri non sono stati in grado neanche di pensarli, creando solo fastidi alla cittadinanza. E’ bastato un semplice ma ragionato progetto, anche poco costoso e il gioco è fatto. Più avanti arrivo alla rotatoria di via Marconi mi soffermo sui lavori di recupero dei rifugi antiaerei. Leggo il decalogo solo una fila di professionisti ma dei lavori nessuno in vista: speriamo in bene. A lato ti trovo via Trieste, conosciuta a Dalmine per le polemiche del taglio alberi, pini marittimi. A tutti quelli che hanno criticato, li invito a vedere la strada ora, un buon lavoro, forse si poteva spendere qualcosa di più e utilizzate il granito per le cordonature dei marciapiedi, il resto va bene anche se i vecchi pini datati…. hanno lasciato il posto a nuova alberatura. Continuo la mia camminata e mi trovo davanti all’università, da anni un continuo e infinito cantiere non riesco a capire cosa diavolo vogliono fare, mi soffermo sui disegni esposti e vedo una panoramica spaziale, speriamo sia utile agli studenti. Prima di arrivare in p.zza della Libertà mi fermo all’ufficio postale, eseguo la commissione e sono in piazza davanti al vecchio CRAL abbandonato da anni, quanti bei ricordi, speriamo in una buona ristrutturazione. Non dico altro e continuo a camminare fra alberi e marciapiedi sconnessi fino ad arrivare in piazza V. Emanuele III, piazza della chiesa di S. Andrea. Che dire, faccio un appello all’amministrazione perché si dia una regolata per sistemarla al più presto. Spero solo con nessuno studio particolare ma con una buona ragionata manutenzione da persone serie e soprattutto senza condominio. Sono quasi a casa e mi tocca il marciapiede di Via Volta, uno spettacolo indecente, due tratti sono un percorso di guerra. Qui finisce la mia passeggiata per Dalmine in tempo di covid-19, alla prossima.

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CRAL Dalmine    Università     Via Verdi

 


Dalmine aprile 2021                                         Fac/