Vecchie attività, nuove sensazioni, vecchie glorie…
Entrando in una gelateria ho avuto la sorpresa di vedere uno di quei vecchi tricicli che tantissimi anni fa si vedevano girare per le strade a vendere gelati. I ricordi galoppano veloci e dal gelataio sono presto passato a ricordare altre professioni e attività che sono durate (più o meno) fino ai primi anni sessanta, settanta.  In effetti, sono numerose le attività lavorative scomparse. Alcune me le ricordo per averle viste direttamente, altre le conosco per averne sentito parlare. Per esempio quando rientravo, con le mani e faccia  sporche, mia madre mi diceva: “ta sömeèt ol magnà”. (era colui che riparava le pentole ed era sempre sporco di nero). Quello che stò presentando può essere considerato un concentrato di curiosità del passato. Nessuna presunzione di illustrare tutti i lavori ma presentare alcune fotografie che li rappresentano.


 
   
 
- Dalmine, Anno 1913 - Drogheria Benzoni situata nel palazzo Camozzi.
- Dalmine: lavori nei campi.

 
     
 
-    Dalmine, Sforzatica anni ‘40: l’ortolano Sorti Sperandio (ol Vanì) della cascina nuova.
-    Classico falegname riparatore  e costruttore di botti
-    Mugnaio all’opera nel mulino

 
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-  L’11 nov. di ogni anno, al tempo della mezzadria, scadevano le fittanze dei terreni e delle case, se in quel giorno non veniva rinnovato l’affitto bisognava lasciare libera casa e terreni (fa san martì) e trovarsi un’altra fittanza (casa e terreno).
-  L'impagliatore al lavoro.
-  Ol molèta


   

- Lo zoccolaio
- Il maniscalco
- L'arrotino: era ambulante e veniva da fuori paese. Una volta sul posto richiamava la gente invitandola ad affilare le lame di coltelli, forbici e altri strumenti. Portava con se un trabiccolo a ruota, molto pesante ed ingombrante.

 
   
- Coltivazione del Baco da seta. Molte famiglie traevano da quest' attività il necessario per sopravvivere.
- Ol Poiat: come si faceva il carbone con la legna. (da L'Eco di Bergamo - dimostrazione in val taleggio del 2008)
- La Falce (la ranza): questo era il metodo per affilarla, mediante martellatura.

 
   
 
 - Attività femminili di filatrice a mano e merlettatrici.

 
 
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 - Dalmine, anno 1978: Primi tubi laminati al nuovo treno medio della Dalmine.
- La sfogliatura (deroscassiù): era fatta per lo più dopo cena nelle lunghe serate autunnali, giovani e anziani, uomini e donne procedevano a staccare le brattee della pannocchia per mettere allo scoperto i chicchi. In seguito le pannocchie sfogliate venivano riunite a mazzi, poi appese alle balconate di legno per seccare per poi essere sgranate e portate al mulino.
 
   
 
 - Anni '40/'50 - La trebbiatrice è una macchina che appartiene ormai al passato, sostituita dalla mietitrebbia. Allora la macchina veniva sistemata nei cortili delle cascine dove un trattore, inizialmente a vapore, per mezzo di lunghe cinghie azionava la trebbiatrice. Erano coinvolti tutti i contadini della cascina.

 

   
 
- Dalmine: scuola di dattilografia per giovani segretarie.
- Dalmine, anni '40: Scuola officina per giovani apprendisti.

 
 
   
 
- Dalmine-Sforzatica: Lavatoio pubblico di Via Fossa.
- Lavandaie all'opera
- Fabbro arrotino

 
 

     
 
- Dalmine, anni '60 - Il trasloco dei mobili, per le famiglie, che cambiavano residenza, veniva fatto con il classico carretto trainato da un cavallo.
- Dalmine: Trasporto letame nei campi di Sforzatica per la concimazione del terreno prima dell'aratura e della semina.
- Lavoro nei campi con nuove macchine agricole.
- Il materassaio (Ol Stremassì) Apassiti Vincenzo di Sforzatica.

 
 
   

- Anno 1939 – Casellante autostrada A4 - sig Scarpellini Carlo di Sabbio con la famiglia, in servizio al casello di Dalmine, quando tutti passavano da una stessa porta sia in entrata sia in uscita.
- Il giornalaio degli anni 50.
- Il macellaio, (massàder) aveva il compito di uccidere e confezionare il maiale per i contadini. Avvenimento atteso tutto l'anno perchè significava cibo più abbondante e più ricco del solito. Del maiale veniva utilizzato tutto.

 
 
     
 
-  Distributore di benzina di Mora Angelo in Via Cavour, vicino al deposito bici. Poi spostato di fronte a lato dello spaccio aziendale.
- Autorimessa della Pro Dalmine, in via Locatelli, modernamente attrezzata, con 764 mq di superfice e un volume di  4.289 mc.  poteva ospitare oltre 40 autovetture.
-  Bottega di calzolaio (Scarpulì) di Colciaghi e Amboni.

 
 
     
 
- Venditori di gelato, anni '60, per le strade di Dalmine, in particolare fuori della portineria della Dalmine aspettando l'uscita degli operai.
- I pompieri della Dalmine in servizio all'interno della grande fabbrica.
- Vecchia bottega del Barbiere Fratus sotto i portici di Dalmine. Di recente ha ottenuto dalla Regione Lombardia, con decreto 14 dicembre 2009 n.13959, il riconoscimento di "Negozio Storico - Barbiere Fratus".

 Dalmine, luglio 2009 - gianni facoetti   -   foto: archivio privato Fratus