q947dall'ovoVolti del Risorgimento - Il bergamasco Dall'Ovo non se ne fece mancare una...
Luigi Enrico Dall’Ovo, di Ermenegildo e Rosa Carrara, nacque a Bergamo l’8 gennaio 1821. I moti del 1848 lo videro prima a Bergamo, poi a Milano con la colonna Bonorandi come sergente furiere della sezione artiglieria della guardia nazionale al servizio del Governo Provvisorio, automaticamente proiettato nella I Guerra d’Indipendenza. Quando l’anno successivo avvenne il disastro di Novara Dall’Ovo partecipò alla difesa della Repubblica Romana, al comando della VIII Centuria combatté a Villa Corsini e al Vascello contro i Francesi. Caduta la Repubblica Romana, assistette il fratello Giuseppe, rimasto ferito in uno di quei combattimenti e non potè quindi seguire Garibaldi verso San Marino. Ma nell’agosto 1849 rientrò nel bergamasco, ancora in territorio austriaco rifugiandosi a Sforzatica di Dalmine.

Lo ritroviamo quasi dieci anni dopo, nel 1858, con Nullo, Tasca, Cucchi ed altri quando aderì alla “Società Nazionale Italiana” ed ovviamente nel 1859 partecipò alla II guerra d’indipendenza, semplice soldato aggregato ai Cacciatori delle Alpi, subito riconosciuto dal Medici che lo aveva incontrato nella difesa di Roma, e nominato sottotenente. Fece tutta la campagna avendo l’onore di entrare nella sua Bergamo l’8 giugno con Garibaldi.
Finita la guerra, a settembre tornò a Bergamo, dove fece parte della Commissione per Il Milione di fucili e si adoperò per arruolare uomini per la spedizione in Sicilia dell’anno dopo. Partì con i Mille, aggregato alla VIII Compagnia come tenente ed uno dei due comandanti in 2^ della stessa. Dopo la conquista di Palermo fu promosso capitano aggregato al battaglione Dezza della 18^ Divisione. Seguì per l’interno della Sicilia Bixio come suo aiutante di campo. Dopo un viaggio a Malta per l’acquisto di stoffa per le Camicie Rosse, passò lo Stretto. Partecipò alla battaglia sul Volturno dove, per meriti di guerra, fu promosso maggiore “per il valore dimostrato nel fatto d’armi di Villa Gualtieri, contribuendo efficacemente a riordinare i dispersi della Brigata Eberhardt e a ricondurli all’attacco”. Ebbe le medaglie commemorative e la Croce di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia. Dopo l’impresa entrò a far parte dell’esercito regolare con il grado di Maggiore al 37° Reggimento di Fanteria. Nel maggio del 1862 scrisse direttamente al Generale Garibaldi che si trovava a Trescore mettendosi a sua disposizione; ma il Generale l’esortò a rimanere nelle file dell’esercito e il Dall’Ovo obbedì.
Nel 1866 partecipò alla III guerra d’indipendenza. Si distinse nella Brigata Ravenna nell’espugnazione della testa di ponte di Borgoforte. Ebbe le medaglie commemorative. Al termine della campagna riprese la sua attività militare. Trasferito il 37° Regg. a Modena, egli vi si trasferì. Nonostante il passato garibaldino ebbe qualche avanzamento di grado. Nel 1872 fu promosso tenente colonnello, nel 1977 colonnello e nel 1895, ormai dal 1880 a riposo, fu nominato maggiore generale nella Riserva.
Nel 1875, Garibaldi, acclamato dalla folla per le vie di Roma , riconobbe dopo quindici anni il Dall’Ovo, fece fermare la carrozza e gli strinse la mano.
Morì a Bergamo il 6 aprile 1897, fu sepolto a Sforzatica di Dalmine nel cimitero napoleonico, dove era stato eletto Sindaco 3 anni prima.

#unodeimille di Alessandro Barbero – La storia

 

 p591generaleDallovo   q946dall'ovo   q944dall'ovo     q945dall'ovo
             

Dalmine: gennaio 2023     fac/