P374CasaFascioSulla Piazza dell'Impero di Dalmine (ora piazza della libertà), si affacciavano gli edifici di rappresentanza del Comune di Dalmine edificati tra il 1934 e il 1938. Tra di essi la “Casa del Fascio”, costruita tra il 1934-35, opera dell’architetto Giovanni Greppi, e donata dalla Soc.An.StabilimentiDiDalmine al Fascio di combattimento Dalmine, il 28 ottobre 1936 (XIV) -vedere allegato-, che fu in seguito, fino alla fine della guerra, la sede di tutta l’organizzazione del fascio locale Dalminese.
Il centro della Casa del Fascio era costituito dal “Sacrario”, in ricordo dei camerati caduti, pareti e pavimento di marmo scuro (Lipos: nero nube) e, al centro, un'ara in porfido rosso della Val Camonica sormontata da una croce d’acciaio. Era presente inoltre un'ampia sala per le adunate con un fregio decorativo del pittore Pinetti di Bergamo. Esternamente l'edificio presentava una robusta torre in pietra tenera di Predappio della Rocca delle Caminate, l’intonaco dell’edificio era rosa chiaro per tutte le fronti, ad eccezione dell’ultimo piano della torre e della parete di fondo del pronao intonacati di rosso. L’atrio d’ingresso (pronao) era concepito con colonne tubolari d'acciaio, prodotte e simbolo della Dalmine, che sono il segno distintivo degli edifici della Dalmine firmati dall'arch. Greppi. Sulla torre, lato sud, un bassorilievo allegorico dello scultore Banterle di Verona e, sopra, campeggiava una delle tipiche frasi di propaganda mussoliniana (credere, obbedire, combattere).
Sulla torre della Casa del Fascio nello spazio sotto il balconcino, dove nel tempo (imprevidenti proprietari) hanno aperto una porta con doppia entrata a gradini per l’accesso, c’era una targa ricordo andata perduta, con la seguente dedica: “questa casa / sorta per fede e volontà / della Stabilimenti di Dalmine / nel primo anno dell’Impero / volle essere nel tempo / fiaccola e monito / perché qui prima che altrove / garrì sul fecondo lavoro il tricolore / e / nella nuova aurora parlò al mondo / il superbo genio italico / di / Benito Mussolini. /  28-10-XIV”.
La donazione: Con atto n. 12.279/3097 (allegato) di repertorio datato 28 ottobre 1936 (XIV), redatto dal Notaio Leonardo Pellegrini, la Società Anonima Stabilimenti di Dalmine, con sede in Milano, rappresentata dal Dott. Ing. Agostino Rocca, vice presidente e consigliere della S.A. Stabilimenti di Dalmine nonchè presidente della società La Pro Dalmine: in nome e per conto delle due società, dona al fascio di combattimento di Dalmine, rappresentato dal suo segretario politico del momento sig. Taddei dott. Emilio, che accetta:  Il fabbricato, di recentissima costruzione, situato nel comune si Dalmine lungo il Viale Giulio Benedetti (ora Viale Betelli) costruito su un terreno di mq 1.166 del censuario di Sforzatica con altro terreno attorniante il fabbricato (mq 230) pure nel censuario di Sforzatica, in mappa ai numeri: 941f e 941g della sezione censuaria di Sforzatica, viene donato e accettato nello stato di fatto, di diritto, di manutenzione che attualmente si trova con tutto quanto trovasi al presente nel fabbricato che verrà adibito a Sede del fascio di combattimento di Dalmine.  Il fascio di combattimento Dalmine, per bocca del suo segretario politico, nell’accettare la donazione esprime alle due società donanti i ringraziamenti per tale gesto che verrà segnalato alle superiori gerarchie del partito.

Nel tempo a seguire, con l’avvicinarsi della fase finale della guerra, l’attività antifascista in fabbrica ebbe un peso rilevante, anche per quanto riguarda la cittadina, l’insofferenza verso il regime si fece consistente in coincidenza con l'estate del 1943 quando una manifestazione popolare, 26 luglio 1943, si concluse con la semidistruzione dell'imponente Casa del fascio. La stessa fu poi ricostruita completamente con il contributo quasi totale della Dalmine.

In seguito l’edificio è stato venduto per finalità sociali, ora appartiene a privati che ne hanno ricavato negozi, una parte è rimasta inutilizzata per molti anni.
La parte abbandonata e non utilizzata, torre e parte del fabbricato, viene ristrutturata, dopo anni di abbandono, nel 2015-2016.

All/atto notarile della donazione

 

   
Prospetto d'epoca generale   Sacrario, interno alla casa   Vista esterna d'epoca con
targa ricordo
         
       
Casa del fascio anni 80-90   Fregio decorativo pittore Pinetti  

Bassorilievo opera scultore Banterle

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Dalmine, settembre 2011   -  Gi.fa   -    Aggiornamento:  gennaio 2016 -  gennaio 2021


Ristrutturazione: Un edificio che è un pezzo di storia della città. Un progetto della famiglia Brembilla, proprietaria dell’ex Casa del fascio (poi casa della libertà) di p.zza della libertà di Dalmine, che oggi, tornata al suo q814CasaFascioRistrantico splendore ospita un elegante ristorante “L’osteria del Conte”. Un lungo restauro cominciato nel 2013/14 a cura dello studio di architettura di Mario Cassinelli, durato cinque anni e raccontato in un libro (1936÷2019: torre greppiana, il restauro) curato da Claudio Pesenti dell’Associazione storica dalminese. La torre Greppiana, spiega l’architetto, è sotto la tutela della soprintendenza per i beni architettonici e culturali di Milano. La casa del fascio è stata progettata nel 1936 dall’arch. Greppi  per la Soc. An. Stabilimenti di Dalmine, e donata da questo al Fascio di combattimento Dalmine, il 28 ottobre 1936 (XIV). Poi, dopo vari passaggi, acquistata dalla famiglia Brembilla che ne ha progettato la ristrutturazione.