Sforzatica si rifà la piazza Sant’Andrea
Lavori di riqualificazione urbanistica e valorizzazione del centro storico di Sforzatica S. Andrea - Dalmine - Piazza Vittorio Emanuele III.
Un bel titolo per una piazza che da sempre non ha mai trovato la sua stabile sistemazione e che da decine di anni è diventata tutt’altro che un luogo accogliente con centinaia di veicoli che la attraversano per entrare e uscire da Dalmine. Avrebbero potuto nel tempo fare qualcosa di meglio ma sono stati fatti pochi lavori e malissimo, vedi buche acqua e parcheggio ghiaioso e polveroso. Nello specifico il progetto si prefigge di migliorare l’aspetto estetico e funzionale, con il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione pubblica, rotatoria a raso e nuovi alberi per definire meglio le varie aree della piazza, riorganizzazione dei parcheggi, un nuovo spazio pedonale, per la sosta, il gioco, il passeggio, il relax e la conversazione con inserimento di elementi d’arredo urbano privi di barriere architettoniche.
Ripartenza col freno tirato
Avanti a tutta, o quasi, in ordine sparso, l'un contro l'altro armati. Con il premier in mezzo, con nulla in mano se non la rabbia per un'impasse che allontana o complica la Fase due e perfino per la Fase uno e mezzo che almeno metterebbe qualche cavallo in più al motore di un Paese bloccato. Un piano di riapertura, secondo logica, dovrebbe dare priorità a settori con più elevato beneficio economico e con minor rischio per i lavoratori. Si prevede un ombrello da 55 miliardi per proteggere imprese, famiglie e lavoratori dai danni del coronavirus, fondi da distribuire: ma quando arriveranno e se arriveranno.
La mia città – Bergamo
È nel cuore della pandemia ed è l’epicentro dell’emergenza coronavirus, la mia città “Bergamo” è in trincea. Da giorni si assiste a una lugubre progressione di contagi e morti senza precedenti, i posti letto disponibili sono finiti, anche allargando il più possibile, ed è per questo che sarà installato, nella zona della Fiera della città, l’ospedale da campo degli alpini, saranno molti posti letto tra terapia intensiva e di degenza, dovrebbe tentare di dare un po’ di respiro all’ospedale Papa Giovanni XXIII che non ha più posto in terapia intensiva. Da giorni arrivavano appelli disperati di medici e infermieri per l’inarrestabile flusso di pazienti. Povero il nostro ospedale Papa Giovanni XXXIII, gioiello della nostra città, criticato e osannato da molti, oggi in piena guerra contro la pandemia.
Porta Nord - Dalmine
In Italia nel 2018 sono stati coperti con cemento o con asfalto 51 Km quadrati di territorio, in media quattordici ettari il giorno. La metà di questa cementificazione si concentra nelle zone urbane in particolar modo nelle aree già molto compromesse (rapporto Ispra-Snapa).
A Dalmine, là dove c’era l’erba ora, c’è… ci sarà la Porta Nord, tutti i campi liberi diventeranno presto una nuova parte di città grazie all’attuazione dell’ambito di trasformazione At02, un piamo che giace da tempo nei cassetti delle varie amministrazioni ma che ora i proprietari dei terreni in questione, avendo dei diritti acquisiti, chiedono che venga attuato.
Vita di paese - Dalmine
Tra Nord e Sud da sempre esiste una rivalità storico-culturale, il divario è una questione che risale ai tempi dell’Unità Italiana del 1861, in più di 150 anni di storia, i governi e i parlamenti che si sono succeduti non sono stati capaci di annullare questo divario ancora oggi così pesante. I motivi storici sono tanti e tutti ben conosciuti. Negli ultimi anni sembra si siano attutiti, almeno sulla carta, ma a fomentarli ci pensano i fenomeni. Ecco un tipico esempio: De Magistris: “La Lega ed i suoi accoliti agiscono con odio verso il Sud”.
Da “accolito” vorrei raccontarvi un aneddoto dedicato proprio al Sig. Sindaco di Napoli. Lui non lo sa ma io conosco la città di Napoli molto bene e non per via turistica o letteraria ma per via del lavoro avendo lavorato a periodi e per anni in quel di S. Giovanni a Teduccio.
Tutti contro il ministro Matteo Salvini
L’ascesa politica di Matteo Salvini, dal momento in cui è diventato Segretario della Lega fino all’arrivo al governo, è stata martellata da un continuo linciaggio, senza risparmio di violenza, sia verbale sia fisica, anche se solo nelle intenzioni, nonostante tutto il suo consenso cresce continuamente e quindi lo vorrebbero fermare a tutti i costi.
Accuse di nazismo, anatemi di sacerdoti, condanne morali degli intellettuali, editoriali vari e copertine, fantocci impiccati o bruciati, scritte sui muri e minacce dei centri sociali che assediano i comizi pubblici. E ancora gli anatemi della classe intellettuale; razzista e fascista, sovranista e populista, famiglia Cristiana che fa la morale e poi a ruota si sono aggiunte procure, conduttori tv, gente comune e chi più ne ha più ne metta. Sono tutte stronzate.
Bombardamento Dalmine - 6 luglio 1944
Una strage: 278 morti e oltre 800 feriti, danni ingenti. Faceva già caldo quella mattina di giovedì 6 luglio 1944, dalla città e dai paesi vicini affluivano a piedi e in bicicletta operai e impiegati allo stabilimento della Dalmine S.A. (BG). Andavano in fabbrica, una fabbrica che aveva creato un paese. Alle otto del mattino c’erano già all’interno della fabbrica, tra impiegati e operai, circa 4.000 persone. Dal Sud Italia già occupato dagli anglo-americani, nel frattempo, era cominciata l’ “Operazione 614” che aveva per obiettivo il bombardamento di otto località diverse dell’Italia settentrionale, ancora occupata dai tedeschi, fra cui le acciaierie di Dalmine-Bergamo, conosciute anche come Officine Mannesmann.