Ecco perché, per un lungo periodo, la chiesetta di S. Giorgio di Dalmine fu chiamata S. Rocco.
Uno dei pochissimi edifici sfuggiti al piccone demolitore del vecchio quartiere di Dalmine è la chiesetta di S. Giorgio. Per molto tempo la chiesetta è stata chiamata col nome di S. Rocco mentre il suo titolare è S. Giorgio. Qual è l’origine del moderno appellativo che sostituisce l’antico? Per scoprirlo bisogna rifarsi a documenti storici.  Il primo documento risale al 1566. In quel periodo San Carlo Borromeo fa visita pastorale alla chiesa di S. Giorgio in Dalmine, che faceva parte della parrocchia di Sforzatica S. Andrea, soggetta alla pieve di Pontirolo e alla giurisdizione di Milano. Nella cronaca della visita si dice che l’oratorio di S. Giorgio minacciava rovina e non vi si celebrava. La dote era abbastanza rilevante: 102 pertiche di terreno. Tra i decreti fatti dal Santo, c’è anche questo: “Il parroco di Sforzatica faccia celebrare una messa almeno nei giorni festivi, provveda la chiesa di necessari paramenti e la restauri”. Nel 1576 la chiesa viene visitata da un messo dell’arcivescovo di Milano S. Carlo, seguono altre visite nel 1581 e 1598. In una visita vicariale del prevosto di Trezzo si ordina al parroco di Sforzatica che continui a far cantare la messa e i vespri nella festa di S. Giorgio. Nel 1614 la chiesa è onorata della visita del Cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano. Nei documenti successivi si parla sempre di S. Giorgio, mai un cenno a S. Rocco. Nel 1784, in seguito ad accordi tra l’Imperatore d’Austria e la Repubblica Veneta, in cui si stabiliva che i confini delle diocesi dovessero coincidere con quelle delle provincie, si verifica il passaggio della parrocchia di Sforzatica e quindi Dalmine, dalla diocesi di Milano a quella di Bergamo. Nella visita pastorale di mons. Guidani del 1886 la chiesetta appare per la prima volta sotto la denominazione di S. Rocco. La dicitura è ripetuta con Mons. Radini Tedeschi nel 1907 e poi in seguito in tutti i documenti ufficiali. Come si spiega questo cambiamento? La chiave di lettura la troviamo forse nella relazione dello stato della parrocchia fatto dal parroco di Sforzatica S. Andrea, prima della visita pastorale, al vescovo Guidani. Parlando della chiesetta di Dalmine dice che essa possiede un solo altare dedicato a S. Giorgio e a S. Rocco. Infatti, la tavola dipinta sopra l’altare (ancona) riproduce le immagini dei due Santi. E così accadde che in un primo tempo S. Rocco fu accoppiato a S. Giorgio e poi fini per sostituirlo e prendere il suo posto. Quando nel settembre del 1940 il vescovo di Bergamo mons. Bernareggi riaperse al culto la chiesetta di Dalmine la benedisse con l’invocazione e nel nome di S. Giorgio riallacciando così il nuovo all’antico.

da squilli parrocchiali del 1942 mese di Aprile

 

   
Chiesetta di S. Giorgio Interno chiesetta Chiesetta vista da dietro

 


 Dalmine, maggio 2010