Città di Dalmine: Portatori di handicap emarginati dalle barriere architettoniche.
Le barriere architettoniche sono ancora un grave problema irrisolto, in continua crescita e, a quanto è dato vedere, ancora difficile da eliminare anche nelle nuove costruzioni e urbanizzazioni. Barriere architettoniche che limitano notevolmente la possibilità, ai portatori di handicap, di circolare in modo autonomo e sicuro, come ad esempio sui marciapiedi, che molto spesso sono impraticabili perchè troppo stretti, con fondo sconnesso, con i pali della luce, delle pubblicità o della segnaletica in mezzo, con gli scivoli ancora realizzati con eccessiva pendenza (superiore all'8% come stabilito dalla legge), oppure con marciapiedi da cui, dopo esserci saliti con difficoltà, non si scende perché qualcuno ha dimenticato di realizzare lo scivolo di uscita.

Non c'è da stupirsi, quindi, se ancora oggi può accadere che in una città, come Dalmine, sia progettata una viabilità senza tener conto dell’accessibilità ai portatori di handicap. Teniamo presente che anche un solo caso è sinonimo di trascuratezza. Nella frazione di Dalmine-Sforzatica in Via Dante stanno costruendo un NUOVO MARCIAPIEDI, parte di nuove opere di urbanizzazione, che inizia con un gradino molto alto, un ostacolo a gradino inclinato al centro e per finire manca lo scivolo di uscita. La normativa prevede che i progetti riguardanti gli spazi pubblici e le opere di urbanizzazione, a prevalente utilizzo pedonale, debbano prevedere un percorso accessibile, ma credo che basterebbe solo un pò di buon senso.  Di per sé non è poi un grande impedimento, volendo uno lo può by-passare, cioè, ……girare al largo, ma mostra quanto siamo ancora lontani dalla progettazione d’infrastrutture senza barriere architettoniche, mentali e culturali. Sicuramente sulle barriere architettoniche molto è stato fatto e si continua a fare, con molte difficoltà e con tempi lunghi su vecchi fabbricati e infrastrutture, ma sulle nuove costruzioni non dovrebbero essere tollerate deroghe di alcun genere. Da tanti anni esistono delle leggi per abbattere le barriere architettoniche ma continua a essere concessa, ad es., l'agibilità a nuovi locali pubblici non a norma (Bar di via Pio XII sempre a Dalmine). Le barriere non rappresentano un ostacolo solo per chi ha difficoltà ufficialmente riconosciute: chiunque, infatti, può affrontare periodi d’inabilità temporanea e tutti, invecchiando, avranno sempre più bisogno di strutture e spazi che permettano di mantenere il più possibile una certa indipendenza.

Spero di trovare qualche aiuto per farle eliminare.
Dalmine. 15 Agosto 2010

     
1) (foto sin.)   Inizio marciapiede dall'incrocio Viale Betelli-Via Dante
2) (foto cent.) Manca scivolo di salita, c'è un impedimento centrale con gradino e inclinazione
3) (foro dx)    Manca lo scivolo di discesa per attraversamento strada.    
         
      
4) (foto sin.) Via Dante prima dell'intervento. Visualizza l'esistenza del marciapiede.
5) (foto dx)   Via Dante dopo l'intervento di recupero del centro storico. Un enorme fabbricato senza parcheggi e senza marciapiede frontale, quello che c'era è stato inglobato nella costruzione.
         


 

Ora la sistemazione è quasi finita e del marciapiede nessuna traccia, sparito, non verrá fatto. Provate a fare una passeggiata in Dalmine dal Viale Betelli per Via Dante: dopo il semaforo dovrete entrare nel fabbricato da un passaggio vicino al parcheggio, proseguire sotto il porticato e fare il giro come ai supermercati perchè non potete uscire che molto lontano dalla strada e dopo che lo avrete attraversato tutto. Ma siamo matti, provate ad immaginarvi un diversamente abile cosa deve fare per fare una passeggiata o accedere ai negozi di via Dante, o a chi a fretta di passare per cavoli suoi, o a chi non vuol entrare assolutammente in un edificio privato. La parola al mastro assessore di Dalmine potrebbe essere "passi sull'altro lato della strada". Quel marciapiede esisteva da sempre, come dimostra la foto suesposta, con questo brutto e sproporzionato insediamento lo hanno volutamente eliminato. Pazzesco. Questo è il modo sbagliato di gestire il territorio, in questo modo si calpesta la dignità delle persone. Quel marciapiede deve essere restituito alla comunità. e al più presto.

Dalmine, Novembre 2010