L’organizzazione del tempo libero dei lavoratori venne fondata come ente parastatale il 1°maggio 1925 con R.D. n.582. Poi con legge n.516 del 7 aprile 1927 l’O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro) passa direttamente alle dipendenze del partito N.F. che vivacchia fino al 1931, che, con R.D. 22 dic. 1931 n.1735, ne definisce la sua attività.
A Dalmine già nel 1935, anno in cui la Dalmine affida la gestione dei servizi al personale a una società senza scopo di lucro “La Pro Dalmine”, s’ipotizzava di aprire una sede adeguata del dopolavoro aziendale,
per i propri dipendenti, in un fabbricato di proprietà Elisa Camozzi, che stava per essere liberato dalla sede municipale per l’imminente costruzione del nuovo municipio. Ma già nel 1928 esisteva nello stesso fabbricato una sede provvisoria del dopolavoro. Alla fine dell’anno viene adottata, dalla Dalmine, la soluzione definitiva per la costruzione di un nuovo edificio in zona centrale.
La Società Anonima Stabilimenti di Dalmine, in data 1° sett. 1936, costituisce il proprio Dopolavoro Aziendale per l’organizzazione del tempo libero dei dipendenti - aderente all’O.N.D. e regolarmente autorizzato dal dopolavoro provinciale di Bergamo con lettera n.11312 del 14 agosto 1936. Lo scopo è migliorare l’utilizzazione delle ore libere dei dipendenti dell’azienda attraverso attività che coordino iniziative singole e di gruppo per sviluppare le loro capacità intellettuali, morali e fisiche. Viene denominato “Dopolavoro Aziendale Dalmine Medaglia d’oro Antonio Locatelli” (D.A.D.), per ricordare la leggendaria figura di bergamasco generoso e romantico, tre volte medaglia d’oro, ucciso durante una missione diplomatica a Lekemti, in Etiopia, il 27 giugno 1936.
Il nuovo edificio, opera dell'architetto Giovanni Greppi, viene costruito nello stesso anno e inaugurato il 28.10.1936 nel centro di Dalmine, vicino alla casa del fascio.
Nella costruzione di questo edificio si è però voluto tenere un profilo più basso, rispetto altri altri costruiti attorno alla piazza, e viene perciò realizzato con sviluppo orizzontale meno severo e meno istituzionale degli altri, con caratteristiche architettoniche meno importanti della vicina casa del fascio; mattoni rossi dello zoccolo, intonaco giallo e bianco con serramenti bianco verde che contribuiscono a smorzare i toni non necessari per la sua destinazione. La costruzione ha una superficie coperta di 420 mq per un volume complessivo di 4.365 mc; dispone di impianti sportivi: uno stadio avente un’area di 22.000 mq con attorno una pista sopraelevata in cemento per gare ciclistiche, di campi di gioco per palla-corda che coprono un’area di 1.435 mq, di una piscina con vasca sospesa di dimensioni olimpiche (33,33 x 18 m) con trampolini, due campi da tennis e campi di bocce. L’interno dell’edificio, posto su tre piani, ospita locali destinati a riunioni degli iscritti per organizzare le loro attività. Con proprio personale il D.A.D. organizza diverse attività culturali (tra le più importanti il Premio Nazionale Dalmine di fotografia in varie edizioni dal 1939 al 1964 e il Premio Dalmine di pittura dal 1953 al 1958) e sportive (gare ciclistiche, di tennis, di nuoto, bocce, etc.).
L’organizzazione costitutiva interna si compone di tre sezioni distinte: a) Artistico-Culturale, b) Sportiva, c) Ricreativa; ogni sezione a sua volta è organizzata in tanti gruppi, che svolgono attività diverse. Al tempo il dopolavoro contava circa 3.500 soci (operai, impiegati e dirigenti della società) che mantenevano anche fuori dell’ambiente di lavoro lo spirito di solidarietà e amicizia rendendo partecipe anche i propri famigliari, coltivando i propri hobbies, e liberamente esprimere la loro individualità.
Fra le varie risorse interne anche una biblioteca, una palestra posta sul fianco destro dell’edificio e un bar per ritrovo dopo il lavoro. (Nel dopoguerra il D.A.D. diventa C.R.A.L. Circolo Ricreativo Aziendale Lavoratori).
Un esempio organizzativo: prima ancora della sua ufficiale costituzione, il D.A.D. vuole iniziare la sua attività con una gita collettiva alla colonia marina di Riccione appena inaugurata. La gita ebbe luogo la domenica 9 agosto 1936 con una partecipazione superiore alle 500 persone, con la presenza di numerose autorità di Riccione e dell’intera direzione aziendale. Viaggio in treno speciale con colazione offerta dalla società. Fra le altre iniziative la costituzione di borse di studio, in favore dei figli dei dipendenti, segnalati per merito, offrendo loro la possibilità di continuare gli studi.
Nel 1978 l’edificio viene completamente modificato inserendo un ristorante-pizzeria dove prima c’era il bar, con gestione privata.
Oggi appartiene al comune di Dalmine che lo usa per alcuni uffici e archivio, ma la maggior parte risulta non occupata.
Sarebbe auspicabile, a detta di molti cittadini, un maggior sfruttamento dell’edificio per attività culturali, si presta moltissimo per allestire mostre, ricordando che in questi locali per molti anni venne organizzato il “premio nazionale di fotografia”.